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29 luglio, Fernando Alonso fa 36: l’uomo dei miracoli non vuole smettere di stupire

Nel giorno del suo 36° compleanno lo spagnolo è impegnato nel GP d’Ungheria, proprio quello dove nel 2003 raccolse la sua prima storica vittoria diventando all’epoca il pilota più giovane di sempre ad affermarsi in Formula 1. Da lì una carriera da leggenda che non è ancora conclusa: sia i numeri che le emozioni regalate mettono Fernando nell’Olimpo delle quattro ruote e lui, nonostante l’ultimo periodo nero in McLaren, può ancora dare tanto al Circus.
A cura di Michele Mazzeo
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Nella storia della Formula 1, dalla sua nascita ad oggi, sono stati 757 i piloti che hanno preso parte ad almeno un Gran Premio. Di questi 757 sono 107 (il 14%) quelli che sono riusciti a vincere una gara valida per il titolo mondiale e 33 (il 4%) quelli che quel titolo iridato lo hanno portato a casa, di cui solo 16 (il 2%) hanno concesso il bis. Michael Schumacher, Juan Manuel Fangio, Alain Prost, Jack Brabham, Jackie Stewart, Niki Lauda, Nelson Piquet, Ayrton Senna, Alberto Ascari, Jim Clark, Graham Hill, Emerson Fittipaldi, Mika Hakkinen, i due grandi protagonisti del campionato attuale, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, e Fernando Alonso: sono loro gli unici plurititolati della storia della Formula 1, sono loro le leggende di questo della massima espressione dell’automobilismo su pista.

E già per chi ha conosciuto la Formula 1 solo negli ultimissimi anni fa strano vedere Fernando Alonso insieme agli Dei dell’Olimpo di questo sport. Ma, sappiatelo, lo spagnolo è tra più grandi piloti che abbiano mai messo il proprio sedere su una monoposto “volante”. C’è stato un tempo in cui l’asturiano ha incantato il mondo, non solo per quei due titoli iridati, per i tre sfiorati in cui ha chiuso al secondo posto, o per le sue 22 pole, per i suoi 22 giri veloci, per i suoi 97 podi, per le 32 vittorie ottenute, ma anche, e soprattutto, per la passione, la forza e il coraggio che riesce a mettere in pista, per quei sorpassi da cuore in gola e perché in grado di far rendere al massimo la sua monoposto.

Lui è l’uomo dei miracoli e delle rimonte impossibili. Una costante di tutta la sua carriera: sbocciato in un paese senza tradizioni automobilistiche e costretto da sempre a lottare più degli altri. La prima perla tra i grandi a 22 anni e 26 giorni quando nel 2003 , proprio in Ungheria (dove si corre in questo week end) diventò il più giovane vincitore di un Gran Premio, (primato poi battuto da Hamilton, Vettel e Verstappen), e il primo pilota della Spagna a imporsi in Formula 1. Da lì ci saranno altri 31 successi, molti dei quali in rimonta, regalando emozioni agli spettatori (si pensi per esempio a quella sotto la pioggia in Malesia nel 2012 o a quella di Valencia dello stesso anno con la Ferrari). E in fondo cos’è l’automobilismo senza emozioni?

Abbiamo voluto raccontare così chi è Fernando Alonso nel giorno del suo 36° compleanno così perché a volte sembra che l’abilità di questo ragazzo asturiano nato il 29 luglio del 1981 a Oviedo passi inosservata (o voglia sempre essere messa in discussione) e anche per contestualizzare meglio la posizione rivestita nel panorama della Formula 1 da quello che è sicuramente il pilota spagnolo di maggior successo nella storia.

Vederlo oggi lottare per accedere in zona punti fa un po’ di tristezza, vederlo su una monoposto non all’altezza del suo blasone (la McLaren nobile decaduta) fa un po’ rabbia, vederlo dover trovare nuovi stimoli (l’Indycar) pur di non assuefarsi alla “mediocrità” però ci fa ben sperare, così come il fatto che non si è ancora rassegnato al ruolo di “ospite d’onore” del Circus ma ha ancora la voglia e l’ambizione di tornare grande protagonista a casa sua, la Formula 1. E ancora quell’ottimismo nel futuro di chi sa di non aver ancora dato tutto e di chi può rinascere a nuova vita “sportiva”, magari vincente come la prima, ci dà fiducia. Per il momento non possiamo che ringraziarlo per quanto fatto finora, fargli gli auguri per i suoi 36 anni e un grosso in bocca al lupo per la sua seconda giovinezza “al volante”. Alla fine si tratta “solo” di un’altra rimonta impossibile, e chi meglio di lui può riuscirci?

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