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Aci: “Troppe auto storiche, molte sono solo vecchie”

“L’erario perde 200 milioni l’anno” l’allarme lanciato dal presidente dell’Automobile Club d’Italia che punta il dito contro quei veicoli che non dovrebbero più essere considerati di interesse storico.
A cura di Valeria Aiello
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Fino a qualche anno fa, nel registro delle auto storiche venivano iscritti solo poche decine di migliaia di veicoli all’anno. Ad oggi, invece, si procede a un ritmo ben diverso con le iscrizioni che hanno superato le 130mila unità l’anno. A parlare di “aumento sproporzionato” è il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, in un'audizione in commissione Finanze della Camera sul Ddl Capezzone di riforma delle tasse automobilistiche. Sticchi Damiani ha sottolineato che la maggior parte dei veicoli iscritti vengono utilizzati quotidianamente su strade e autostrade con costi di esercizio bassissimi grazie alle agevolazioni fiscali e assicurative. Dei circa 4 milioni di auto storiche, solo 800mila avrebbero i requisiti mentre i restanti 3,2 milioni di veicoli sono automobili vecchie, quindi non considerabili di interesse storico o collezionistico.

Un espediente per risparmiare

I veicoli ultratrentennali e i veicoli di particolare interesse storico e collezionistico sarebbero quindi un espediente per fruire delle riduzioni sui su costi di una mobilità decisamente resa insostenibile da tasse e assicurazioni ai massimi storici. Una soluzione per la quale avrebbero ripiegato in molti che attraverso l’iscrizione al registro Asi possono fruire di polizza assicurativa più vantaggiosa rispetto a una polizza auto standard. “Un modo di muoversi con forti agevolazioni fiscali ai danni dello Stato, generando una perdita di gettito per l'erario, valutabile in circa 200 milioni l’anno” ha detto Sticchi Damiani.

La lista chiusa annuale

Il presidente dell’Aci ha proposto due soluzioni per superare questa situazione. La prima è un ulteriore filtro all’ingresso del registro, con una “lista chiusa annuale” dei modelli ritenuti meritevoli di essere classificati come storici oltre ai requisiti di costruzione e le caratteristiche originarie di fabbricazione. Per le auto già iscritte e che “rappresentano un grosso pericolo per la sicurezza e la sostenibilità ambientale della circolazione stradale” Sticchi Damiani propone l’introduzione di incentivi specifici per la rottamazione dei veicoli storici collegati all’acquisto di un auto nuova.

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