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Altro che auto, il riscaldamento inquina molto di più

Diversamente da quanto molti pensano, non sono le automobili o i trasporti in generale la principale causa dell’inquinamento dell’aria. Dagli impianti di riscaldamento escono oltre il 50% della Co2 e del 30% delle polveri sottili che respiriamo.
A cura di Valeria Aiello
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Piani antismog, stop ai veicoli più inquinanti e blocchi della circolazione: sono queste le misure adottate negli ultimi anni per far fronte all’emergenza inquinamento dell’aria: misure che mettono in ginocchio gli automobilisti ma in realtà servono a ben poco. Secondo quanto emerso nel 4° Forum Energia, promosso da Engie (GDF Suez) nei giorni scorsi a Milano, cui hanno collaborato Anci, The European House-Ambrosetti e Politecnico di Milano, gli impianti di riscaldamenti inquinano molto più di automobili e trasporti in generale. Tanto di più, dal momento che dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni escono il 50% della C02 e un quantitativo compreso tra il 10% e 30% delle polveri sottili che avvelenano l’aria delle nostre città. Questo perché in Italia, il 56% degli edifici è di classe energetica G, la più bassa, mentre solo il 2% di classe energetica più alta, ovvero A.

Secondo una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, se nel solo capoluogo lombardo il 10% dei vecchi impianti venisse sostituito con impianti a efficienza energetica più alta, la riduzione delle emissioni sarebbe equivalente a 6 settimane di blocco del traffico. A differenza delle auto, che in genere vengono sostituite dopo una decina di anni con modelli più nuovi e meno inquinanti, le caldaie di abitazioni e palazzi non vengono rimpiazzate così rapidamente da nuovi impianti. Un trend preoccupante, da qui deriva il raddoppio delle emissioni residenziali di PM 2,5 negli ultimi 22 anni, a fronte del contemporaneo dimezzamento del particolato emesso dai veicoli. Ciò nonostante l’Italia sia tra i leader europei per efficienza energetica, seconda solo alla Germania, e a pari merito con il Giappone a livello globale.

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