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Auto elettrica, pronto un piano del Governo da 500 milioni di euro

Il piano del Governo si sviluppa in quattro punti, il documento dovrebbe essere pronto entro il 27 maggio.
A cura di Matteo Vana
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Matteo Renzi
Matteo Renzi

Un piano per incentivare lo sviluppo dell'auto elettrica che prevede incentivi fiscali, attraverso detrazioni ed Iva ridotta, insieme ad altre misure strutturali che possano facilitare la diffusione dell’auto ad emissioni zero. E' questo il piano strategico del Governo che entro il 18 novembre dovrà essere presentato alla Commissione Europea per far decollare la diffusione di auto elettriche e ridurre così le emissioni di CO2. Gli esperti hanno già messo a punto alcune bozze sulle quali lavorare insieme alle case automobilistiche, alle aziende  di produzione dell’energia e a quelle della distribuzione. La prima riunione è prevista per il 16 maggio in vista dell’auspicata definizione del documento entro il 27 maggio, data in cui potrebbe essere illustrato in occasione della due giorni di rEVolution – Electric Drive Days che si terrà presso il centro Guida Sicura dell’Aci di Lainate, dove si terranno gli Stati Generali dell’Auto elettrica. A presentarla dovrebbe essere il Capo del Governo in persona, Matteo Renzi che sarebbe pronto a finanziarlo con 500 milioni di euro. Recentemente anche la Germana ha approvato un piano per l'incentivo all'acquisto delle auto elettriche, ma a differenza del modello italiano, il governo Merkel ha puntato su un contributo diretto ai cittadini che scelgono di convertirsi a nuove forme di propulsione.

Iva al 4% e rimozione delle barriere

Il piano previsto dal Governo è articolato in quattro punti: il primo prevede l'abbassamento dell'Iva al 4%, un meccanismo di detrazione fiscale e l'utilizzo del cosiddetto superammortamento del 140% previsto dalla legge di stabilità del 2016 e indirizzato ad incentivare l’acquisto da parte di aziende, professionisti e artigiani di beni strumentali tra cui auto e mezzi commerciali. Dal piano, almeno per ora, rimarrebbero fuori l’ibrido, l’ibrido plug-in e soprattutto l’idrogeno, una forma si propulsione elettrica che però non sfrutta la rete, ma consente di crearne di nuova attraverso l'utilizzo di celle a combustibile direttamente dall'auto. Il secondo punto riguarderebbe la rimozione della barriere amministrative, burocratiche ed economiche che oggi appesantiscono la diffusione dell’auto elettrica. L'obiettivo è quello di ridurre i tempi di connessione domestica dai 6-8 mesi attuali alle 2-3 settimane, proprio come succede già nel resto d'Europa. L'obiettivo è quello di stabilire delle condizioni agevolate per coloro che scelgono l'utilizzo dell'energia elettrica destinata alla ricarica dei veicoli e infine a facilitare l’accesso per i privati ai fondi stanziati dalla legge 134/12 e dal “Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica”.

Ricariche e vuoti normativi

Il terzo punto previsto dal Governo riguarda la realizzazione di una infrastruttura di ricarica efficace e funzionale sul territorio italiano stabilendo anche dei criteri di localizzazione. L'ultimo punto, invece, punta a sciogliere alcuni nodi e vuoti normativi come la rivisitazione del Codice della Strada per definire segnaletica e regole specifiche per l’auto elettrica, la gestione degli impianti di ricarica rapida presso i distributori di carburante e altre tematiche, come il supporto di attività di ricerca correlate allo sviluppo e alla diffusione dell’auto elettrica, lo smaltimento delle batterie e del V2G, Vehicle-to-Grid, la tecnologia che consente lo scambio bidirezionale dell’energia tra la rete e i veicoli.

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