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Autonoleggi low-cost, multa da 3,6 milioni di euro per “proposte aggressive”

L’Antitrust ha multato, rispettivamente con 2 e 1,6 milioni di euro, Goldcar e Firefly. Le due case prospettavano costi che poi lievitavano all’acquisto di servizi accessori al servizio di autonoleggio sfruttando la debolezza del cliente al momento del ritiro dell’auto.
A cura di Matteo Vana
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Il noleggio auto è una pratica sempre più diffusa nel mondo delle quattro ruote, ma bisogna stare attenti alle truffe. L'Antitrust, infatti, ha multato per 2 e 1,6 milioni di euro gli operatori low-cost dell'autonoleggio Goldcar e Firefly – quest'ultima marchio economico del gruppo Hertz – per condotte aggressive. Le due case, infatti, prospettavano al cliente costi che poi lievitavano all'acquisto di servizi accessori al servizio di autonoleggio presentati come assicurativi o che ne limitavano le responsabilità.

Punito il comportamento scorretto

Tra i comportamenti scorretti c'erano la minaccia di bloccare sulla carta di credito un importo molto elevato a meno che si decida di aggiungere prodotti accessori presentati come "assicurazioni", differenza di costi tra quelli pattuiti al momento della riconsegna e quelli reali o stime dei danni senza che il cliente fosse a conoscenza delle modalità di calcolo. Un comportamento che ha fatto infuriare gli utenti che, in alcuni casi, vedevano prosciugare il conto della propria carta di credito o addirittura erano costretti ad indebitarsi per saldare il conto.

La Goldcar è stata punita per aver sfruttato la debolezza del cliente "nella quale si viene a trovare il consumatore al momento del ritiro dell'autovettura e dopo aver fornito all'impresa di autonoleggio la propria carta di credito sulla quale viene bloccato un elevato importo a garanzia di eventuali danni" si legge nella nota diffusa dall'Antitrust. Le carte hanno evidenziato una presentazione poco chiara della propria tariffa carburante "Flex Fuel", dando informazioni poco evidenti circa l'esistenza di un costo di gestione. Nel caso della Firefly, invece, la questione è relativa alla omissione del professionista di informazioni relative ai criteri per la stima del danno. Nel secondo caso, però, la multa è stata inferiore perché l'autorità ha tenuto conto del fatto che l'azienda ha diminuito l'ammontare del deposito cauzionale rendendo le informazioni legate ad esso più chiare ed accessibili ai clienti.

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