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Baldisserri: “In Ferrari c’è un clima di terrore”

L’ex ingegnere di Michael Schumacher è tornato a parlare: “A Suzuka bsognava rendersi la vita semplice e invece si è preferito azzardare. Il problema non sono i piloti, ma il gruppo di persone spaventate che non decide per paura di essere allontanate”
A cura di Matteo Vana
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Luca Baldisserri - Getty Images
Luca Baldisserri – Getty Images

In Giappone è stata ancora una volta la strategia a tradire la Ferrari: un azzardo quello della scuderia di Maranello che non ha permesso a Sebastian Vettel di salire sul podio, relegandolo al quarto posto. Non è la prima volta che la Rossa viene punita dalle scelte del muretto: era già successo in Canada, a Montecarlo e in Spagna. Troppi episodi per considerarla solo sfortuna.

Una strategia che è finita per ritorcersi contro la squadra di Maranello, sempre più lontana anche dal secondo posto nel campionato costruttori, obiettivo minimo dopo il titolo sfumato ai danni della Mercedes. Anche Luca Baldisserri, l’ingegnere di macchina di Michael Schumacher nella Ferrari che dominava la Formula 1, sembra pensarla così:

A Suzuka bisognava rendersi la vita semplice, non azzardare con gomme più prestazionali. Non era scontato che avrebbero tenuto per 19 giri, tra l’altro Raikkonen nei primi 7/8 con le hard era andato fortissimo.  Si è perso il podio – ha raccontato in una intervista al Corriere dello Sport –  pensando di riprendere Hamilton con le soft, sottovalutando il fatto che lui abbia il pulsantino con il surplus di potenza.

Il problema non sono i piloti, ma il clima nel team

Una stagione da dimenticare quella della Ferrari, ancora a quota zero vittorie a 4 Gran Premi dalla conclusione del campionato. L'attenzione si sposta ormai sul 2017 quando il nuovo regolamento potrebbe rimescolare le carte in tavola e offrire al Cavallino la possibilità di tornare al vertice.

A Suzuka si è visto qualcosa di buono. Ma spero non stiano sfruttando risorse per vincere un gran premio, obiettivo cosmetico, inutile, il tutto a scapito dell’intensità del lavoro sul progetto 2017. Io avrei mollato il colpo già a luglio. Da decenni non capitava un regolamento che incrementa le prestazioni: aerodinamica e aderenza meccanica peseranno di più.Io punterei su una macchina che offre margini di sviluppo, da sfruttare poi nel corso della stagione. È questo che farà la differenza.

Il campionato mondiale ormai è perso, vinto da una Mercedes che pare non avere rivali. La Ferrari, invece, troppe volte ha perso l'attimo buono per trasformare i suoi Gran Premi, in questa stagione è mancato soprattutto il guizzo giusto per puntare al bersaglio grosso. Secondo Baldisserri la colpa è del clima che si respira intorno alla squadra, incapace di reagire alle difficoltà per la paura di sbagliare.

Raikkonen va meglio del 2015, Vettel molto peggio: importante che la Ferrari lo recuperi e se lo tenga stretto, almeno nel breve termine. Anche lui  – ha concluso – si è fatto prendere dal vortice dell’esaltazione lo scorso anno, ma il problema non sono loro.

Purtroppo né Marchionne né Arrivabene hanno esperienza di corse, una cultura che oggi il vertice della Scuderia ha perso: non sono più un team, ma un gruppo di persone spaventate. Lì dentro c’è un clima di terrore; i ragazzi non inventano, non decidono per la paura di essere allontanati con disonore.

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