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Benelli, dichiarato il fallimento. L’azienda: “Pronti a fare ricorso”

La storica casa è stata dichiarata fallita dal tribunale di Pesaro per un debito con la Wp Sospension, ditta da cui aveva ordinato una partita di sospensioni mai arrivata. L’azienda ha già organizzato il ricorso alla Corte d’Appello di Ancona.
A cura di Matteo Vana
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Benelli
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La Benelli, storica casa motociclistica italiana, passata ai cinesi della Qianjiang Group nel 2005 e quotata in borsa a Shangai, è stata dichiarata fallita. La sentenza è stata emessa lo scorso 19 luglio dal tribunale di Pesaro che ha nominato Vincenzo Galasso come curatore fallimentare. Il termine per il deposito dell’ammissione allo stato passivo è stato fissato al 26 settembre.

Un debito di 120 mila euro con la Wp Sospension

Alla base della decisione c'è la richiesta presentata da un fornitore di sospensioni. Una vicenda che ha radici lontane:  otto anni fa dalla casa pesarese parte un ordinativo per 120mila euro di ammortizzatori diretto verso la casa olandese Wp Sospension. Una partita che la Benelli contesta e dice di non aver mai ricevuto. Da qui il contenzioso legale tra le due parti, decise a far valere le proprie ragioni. "Il credito vantato dalla società fornitrice che ha proposto l’istanza era stato a suo tempo contestato, anche se, ai fini della risoluzione della questione, Benelli aveva manifestato l’intenzione di procedere al pagamento, come in effetti sta facendo" fanno sapere dall'azienda che nel frattempo si sta già attrezzando per risolvere la questione.

Si organizza il ricorso alla Corte d'Appello

Un vero e proprio caso, visto che dopo molti anni, l'azienda aveva chiuso in attivo il proprio bilancio semestrale, dopo il passivo da 5,7 milioni di euro fatto registrare nel 2015 che si è andato ad aggiungere a quello precedente di 800mila circa. La Benelli, al momento, possiede più di un milione di euro di liquidità, il 40% delle quote sono in mano al Ministero del Tesoro cinese e non risulta nessun contenzioso aperto con altri enti. L’azienda pesarese sta già organizzando il reclamo alla Corte D’Appello di Ancona: l'intento è quello di salvaguardare i propri dipendenti e di proseguire l’attività in continuità in attesa della sospensione del decreto di fallimento.

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