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Bertone, dal 14 settembre all’asta i 79 modelli del fallimento

Autovetture, modelli e prototipi disegnati dal grande carrozziere italiano andranno all’asta in un unico lotto non frazionabile per decisione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
A cura di Vito Lamorte
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Partirà il 14 settembre l’asta per assegnare i 79 modelli del fallimento della Bertone. Si tratta di autovetture, modelli e prototipi disegnati dal grande carrozziere italiano e andranno all’asta in un unico lotto non frazionabile per decisione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La decisione è stata presa a inizio luglio dal Tribunale di Torino a distanza di un anno dal fallimento dell'azienda di Grugliasco. L’asta è curata dall’Istituto per le vendite giudiziarie del Tribunale di Milano (chi volesse partecipare all’asta troverà tutte le istruzioni sul sito) e verranno messi all’incanto due lotti: il primo ha base d’asta 1.587.200 euro e comprende 79 fra autovetture, prototipi e modelli disegnati da Bertone, mentre il secondo è valutato un minimo di 3 milioni di euro e include il marchio Bertone unitamente al brevetto. Sono diversi i modelli che hanno un valore effettivo e storico nella lista: dalla Lamborghini, Alfa Romeo alla Fiat 850 spider e X1/9 fino alla Aston Martin Jet2 alla Jaguar B99 GT e diversi prototipi. Tra quelli più importanti della collezione ci sono sicuramente una Lamborghini Miura S del 1967 e una Lancia Stratos HF del 1975.

Ci sono una serie di vincoli imposti dal Ministero dei Beni Culturali sull'asta per evitare il frazionamento e la migrazione all’estero del patrimonio storico della Bertone. Secondo la procedura "la collezione viene venduta in un unico lotto, come non frazionabile, ovvero non esportabile fuori dal territorio italiano, in quanto dichiarata d’interesse culturale ai sensi del D.Lgs del 22/01/2004 n° 42 e s.m. e i. con decreto del 22/09/2011 del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo". Questa impostazione non permetterà che nessun pezzo della collezione potrà essere venduto in futuro singolarmente e eviterebbe la speculazione e la perdita di un patrimonio importante del nostro paese.

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