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Cereghini: “Per Marquez titolo strameritato, fuoriclasse anche nella gestione gara”

L’ex pilota, ora giornalista, fa i complimenti al neo campione del mondo e non gli risparmia una tirata d’orecchie per il finale di stagione dello scorso anno: “Talento 10, guida 10, lucidità 10. Sul valore dell’uomo ancora sospendo il voto: il finale della stagione scorsa non mi è piaciuto, vedremo in seguito, non c’è fretta”.
A cura di Matteo Vana
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Marc Marquez è ancora una volta campione del mondo nella classe MotoGp. Lo spagnolo, grazie alla vittoria nel Gran Premio di Motegi, e alle cadute di Rossi e Lorenzo, conquista il quinto alloro iridato in sette anni, in terzo nella top class della due ruote. Un risultato eccezionale che conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, il talento del pilota spagnolo, capace di vincere in Argentina e ad Austin, poi al Sachsenring e ad Aragon, quindi a Motegi, sulla pista di proprietà della Honda dove aveva anche nel 2014 aveva centrato anche l’ultimo mondiale.

Titolo in cassaforte con 3 gare d'anticipo, Marc Marquez ha dimostrato di essere cresciuto e di aver imparato anche a gestire il mondiale: una strategia che gli ha permesso di essere di nuovo davanti a tutti, il pilota della Honda è diventato un ragioniere, capace di spingere quando possibile, ma anche di accontentarsi quando non è in giornata. A rendere merito al neo campione della MotoGp anche Nico Cereghini, ex pilota e ora giornalista.

Grande Marquez che conquista in anticipo un titolo strameritato: dopo un anno che lui stesso giudica negativamente – il 2015 “con un titolo buttato via”- è diventato un vero fuoriclasse anche nella gestione delle gare, e non solo in quella della moto. Ventitré anni, ci pensate? Talento 10, guida 10, lucidità 10 – si legge su Moto.it -. Sul valore dell’uomo ancora sospendo il voto: il finale della stagione scorsa non mi è piaciuto, vedremo in seguito, non c’è fretta, di sicuro Marc sarà sotto i riflettori per tanti anni ancora.

Marc Marquez - Getty Images
Marc Marquez – Getty Images

Cadute rovinose a Motegi

Un weekend, quello di Motegi, segnato dalle cadute in serie. Prima Dani Pedrosa, lanciato in aria dalla sua moto e costretto a saltare la gara a causa della frattura della clavicola destra. Poi quelle di Lorenzo – caduto anche nel terzo turno di prove libere – e Rossi che hanno spianato la strada al successo di Marc Marquez. Cereghini, da sempre attento al tema della sicurezza in pista e non solo, dichiara:

Quelle di Rossi e Lorenzo in gara sono state clamorose e forse imperdonabili, d’accordo, ma a Motegi fin dalle prove le emozioni sono state troppe. L’immagine del volo di Pedrosa il venerdì, una ventina di metri in aria prima di rovinare a terra e fratturarsi una clavicola, vale quella di Lorenzo il sabato, lanciato a quasi tre metri dal suolo e poi precipitato a terra. Le protezioni dei piloti hanno fatto passi da gigante, l’airbag si sta evolvendo in fretta e tutti i professionisti lo usano: Lorenzo, una volta piombato sull'asfalto, è rimbalzato vistosamente proprio perché “gonfio” d’aria. Ma la sicurezza assoluta non esiste.

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