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Da Singapore a Singapore, il viaggio a ritroso del flop Ferrari

La Rossa, dopo il trionfo di un anno fa, non riesce a ripetersi sulla pista di Marina Bay: colpa di una strategia rivedibile, che penalizza Raikkonen, e della mancata capacità di approfittare delle giornate no della concorrenza.
A cura di Matteo Vana
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Kimi Raikkonen durante il pit stop a Marina Bay - Getty Images
Kimi Raikkonen durante il pit stop a Marina Bay – Getty Images

Nico Rosberg, Daniel Ricciardo e Lewis Hamilton, sono loro a prendersi le luce della ribalta sulla pista di Marina Bay. E la Ferrari? La scorsa stagione c'era Sebastian Vettel a mostrare orgoglioso al mondo la coppa del vincitore, un anno dopo non c'è nessuna traccia di rosso sul podio del Gp di Singapore. Un passo indietro rispetto a quella vittoria del 2015, l'ultima nel mondiale di Formula 1 del Cavallino.

Che la gara sarebbe stata in salita lo si era capito già dal sabato. Troppe le difficoltà incontrate dalla scuderia italiana, il 5° posto ottenuto in qualifica da Kimi Raikkonen non faceva presagire nulla di buono. Troppe le differenze con la stagione precedente: la Ferrari, allora, arrivava sulla pista asiatica forte di due vittorie, ottenute in Malesia e in Ungheria, stavolta la casella è tristemente vuota. Quello di Singapore poteva essere il Gran Premio della riscossa, un punto da cui ripartire per pianificare un futuro migliore e invece si rivela l'ennesima occasione perduta. Perché se è vero che le speranze di vittoria di Vettel, affossato dal problema alla barra anti rollio avuto in qualifica, erano praticamente nulle, qualche possibilità l'aveva Kimi Raikkonen.

Strategia rivedibile

"Lasciatemi guidare perché non sono lento, lasciatemi guidare una gara bella" cantava il tedesco nel giro d'onore un anno fa, proprio sulla pista di Marina Bay. A 363 giorni di distanza quel canto si trasforma in un grido di speranza, parole che si adattano perfettamente alla situazione vissuta da Kimi Raikkonen. Il finlandese, in netto miglioramento rispetto alla passata stagione e di nuovo in grado di puntare al gradino più alto del podio, è stato punito da una strategia che, con il senno di poi, si è rivelata errata. Non ci sarà mai la controprova, probabilmente anche rimanendo in pista Lewis Hamilton sarebbe riuscito a recuperare il distacco, ma un conto è farsi raggiungere, un altro farsi superare. La tipica mentalità italiana adattata al calcio, quel "prima di tutto non prenderle" che ci ha fatto guadagnare l'appellativo di "catenacciari", ma che tante fortune ha portato al movimento calcistico azzurro, per la Ferrari non sembra valere.

E allora via dentro al box, a cercare di copiare le strategie altrui con conseguente controsorpasso. "Abbiamo perso il podio a causa del pit stop", le parole di Kimi Raikkonen, pronunciate a caldo a fine gara, sembrano rispecchiare il pensiero generale. A un anno di distanza il cambiamento più evidente appare questo: la Rossa non riesce più ad approfittare delle difficoltà altrui. E' stato così in Spagna, quando il duello fratricida escluse entrambe le Mercedes dalla corsa e fu Verstappen a beneficiarne, la stessa cosa che successe anche in Canda quando una strategia rivedibile condannò Vettel al secondo posto.

Una macchina per sollevare il Mondiale

Quel trionfo firmato Sebastian Vettel sembra solo un lontano ricordo. Sulla pista di Singapore sono gli altri a prendersi il palcoscenico: Nico Rosberg, che al suo Gp numero 200 sfodera la prestazione dell'anno andando a prendersi vittoria e primo posto nel mondiale, Daniel Ricciardo, autore di una gara tutta all'attacco e capace di tenersi dietro due campioni del mondo come Hamilton e Raikkonen. Il tedesco della Rossa è autore di una rimonta entusiasmante, partita dall'ultimo posto e conclusa al 5° posto e che, con un po' di fortuna, quella che sta sicuramente mancando al Cavallino in questa stagione, sarebbe potuta finire in gloria: sarebbe, infatti, bastata una safety car al momento giusto per vederlo battagliare per il podio. E invece rimangono i complimenti, ma anche lo zero nella casella delle vittorie. Rimane la reazione della SF16-H, capace di mettersi in mostra sul complicato circuito di Marina Bay, quella da cui ripartire per cercare di chiudere al meglio la stagione. Dal prossimo anno, però, bisognerà seguire il consiglio del presidente Sergio Marchionne che, a più riprese, ha dichiarato: "Date a Vettel una macchina per vincere".  Il novello Archimede non aspetta altro, una Ferrari per sollevare il mondo.

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