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Dallo squalo ai Blues Brothers, tutti i caschi più originali scelti dai piloti

Sono tanti i centauri che negli anni hanno personalizzato il proprio casco: da Mick Doohan, con l’immancabile Union Jack australiana, passando per Marc Marquez, vestito d’oro per festeggiare la vittoria mondiale, per finire con il re delle personalizzazioni, Valentino Rossi.
A cura di Matteo Vana
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Valentino Rossi con il casco "Blues Brothers" a Misano - Getty Images
Valentino Rossi con il casco "Blues Brothers" a Misano – Getty Images

Il casco è da sempre il miglior amico del pilota. Negli ultimi anni, però, oltre a salvare la vita in caso di incidente, è diventato anche un modo per comunicare, per raccontare il proprio stato d'animo o per festeggiare una ricorrenza particolare. Uno strumento comunicativo in piena regola che i piloti spesso usano per trasmettere un messaggio che davanti ai microfoni non avrebbe la stessa valenza. Per ogni occasione c'è un casco e quello di Jorge Lorenzo, che ad Aragon sfoggerà un elmetto con la testa di uno squalo, è solo l'ultimo di una lunga serie.

Bandiere e mondiali

Tutti i piloti che hanno fatto la storia del motomondiale hanno, prima o dopo, sfoggiato un casco speciale. Chi per festeggiare la vittoria di un titolo, chi per portare in pista un messaggio e chi, semplicemente indossando sempre lo stesso, ha permesso ad esso di entrare nella leggenda. L'ultimo è sicuramente il caso di Mick Doohan: il suo casco con la colorazione  blu, bianca e rossa con la Union Jack a corredo che richiama la bandiera australiana, terra d’origine del 5 volte iridato dell'allora 500, è uno dei più richiesti anche oggi, così come quello di Noriyuki Haga, caratterizzato da fiamme e ghiaccio, caratteristiche principali del campione giapponese.

Ci sono poi quelli dedicati ad eventi speciali o ricorrenze: la conquista di un mondiale è quello più gettonato, un traguardo del genere merita di essere festeggiato in grande stile ma non mancano anche le grafiche che festeggiano i grandi eventi. Nel primo caso rientrano certamente Marc Marquez e Carlos Checa: entrambi spagnoli, ma stili completamente differenti. Per il pilota Honda ci fu una colata d'oro con tanto si samurai e katana a consegnargli il premio mentre per il "Toro" un mappamondo a simboleggiare la conquista del globo. Sempre in fatto di spagnoli ci fu anche Jorge Lorenzo, per lui niente oro, ma tanti Svarowski. Sempre il maiorchino, poi, sfoggiò un casco speciale per festeggiare il 40° anniversario dello sbarco sulla Luna.

Valentino Rossi, il maestro

E gli italiani? A tenere alto l'onore dei colori azzurri ci pensano Andrea Iannone e, soprattutto Valentino Rossi. Il pilota di Vasto deve il suo casco a un episodio: durante il Gran Premio d’Australia di MotoGP 2015, corso il 18 ottobre, Iannone si trovò a tu per tu con un gabbiano che, non riuscendo ad evitare il centauro, gli andò a sbattere sul casco. Nessuna conseguenza per il pilota che proseguì la gara arrivando terzo, ma un ricordo indelebile che ha trovato spazio sulla sua testa. Il maestro in questo campo, però, è proprio Valentino Rossi: fin dagli esordi, infatti, il Dottore ne ha fatto il suo marchio di fabbrica. Impossibile elencarle tutte; dal pupazzo di neve di Sepang alla tartaruga del Mugello, dal pesciolino che scappa dallo squalo (chiaro riferimento a Lorenzo) alla pop art fino ad arrivare al recente omaggio ai Blues Brothers. Una vera e propria tradizione di famiglia, una passione trasmessa da padre in figlio. Anche il papà Graziano, infatti, amava personalizzare il proprio casco.

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