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Dieselgate francese, Le Monde accusa: “Il gruppo PSA ha truccato i propri motori”

Seconda l’accusa il gruppo transalpino sarebbe intervenuto sui propri motori per abbassare il livello di ossido di azoto emesso. AS finire nel mirino sono stati tre modelli Peugeout e due Citroen, tutti equipaggiati con motori Euro5.
A cura di Matteo Vana
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Opel PSA

Dopo quello che ha interessato il gruppo Volkswagen un nuovo Dieselgate potrebbe stagliarsi all'orizzonte: stando all'accusa del quotidiano francese Le Monde, infatti, il gruppo PSA avrebbe avuto una precisa strategia per truccare i propri motori. Secondo l'accusa il caso riguarderebbe oltre 1,9 milioni di veicoli commercializzati fra il settembre del 2009 e il 2015; la frode aggravata sarebbe ipotizzata nell'ambito dell’inchiesta avviata dai giudici di un tribunale di Parigi in seguito alla ricezione degli atti raccolti dalla Direzione Antifrode.

Motori manomessi per emettere meno ossido di azoto

Il sospetto è che il gruppo francese possa essere intervenuto sui motori delle proprie auto per far emettere loro meno ossido di azoto durante i test di omologazione; una pratica simile a quella già riscontrata nel caso dell'implicazione Volkswagen, condannata a risarcimenti miliardari negli Stati Uniti e nel mirino anche in Europa. Tra i modelli del gruppo coinvolti ci sarebbero almeno tre auto firmate Peugeot (208, 807 e 5008) e due di Citroen con i modelli C3 e C5; tutti i mezzi coinvolti sarebbero equipaggiate con motori Euro5. Dall'inchiesta, che rischia di costare al gruppo transalpino multe fino a 5 miliardi di euro, sono esclusi i modelli Opel, ora controllati da PSA, ma ancora fuori nel periodo in questione.

Il gruppo respinge le accuse

Dopo le accuse non si è fatta attendere la replica da parte del colosso dell'auto francese che ha ribadito la propria innocenza lamentando inoltre la diffusione di documenti dei quali non ha nemmeno potuto prendere visione e minacciando azioni legali per la violazione del segreto istruttorio.  Il gruppo, che ha subito forti perdite in borsa, ha ripetuto di non aver equipaggiato le proprie auto con sistemi che consentono di "aggirare i test o di attivare dispositivi di trattamenti di trattamento dei gas di scarico inattivi quando sono usate dai clienti". Il pericolo che ci sia un nuovo scandalo Dieselgate legato ai valori delle emissioni è concreto, sarà compito dell'Unione Europea e delle autorità francesi appurarlo.

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