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Dieselgate, la Germania indaga anche sulla Porsche

Il ministero dei Trasporti tedesco e la KBA hanno avviato un’indagine sulla casa di Zuffenhausen: l’accusa è di aver usato un sistema di software simile in grado di rivelare il contesto operativo, di laboratorio o stradale, manipolando i dati sui consumi.
A cura di Matteo Vana
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Continua ad allargarsi lo scandalo Dieselgate, ormai non passa giorno senza che spuntino novità legate alla vicenda. Dopo che la Commissione Europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione nei confronti di 7 nazioni europee, il ministero dei Trasporti tedesco e la KBA hanno avviato un'indagine sulla Porsche e il coinvolgimento delle sue vetture: stando a quanto riportato da Bloomberg, le autorità teutoniche intendono chiedere alla casa tedesca di chiarire la propria posizione riguardo eventuali manipolazioni sui consumi e sull'esistenza di dispositivi in grado di truccare le emissioni.

Un software simile a quello dell'Audi

La Casa di Zuffenhausen ha già rispedito le accusa al mittente dichiarando di essere pronta a collaborare con le autorità del governo tedesco. Le indagini, stando a quanto riportato dai media tedeschi, non dovrebbero concentrarsi sull'esistenza di elementi analoghi ai defeat device installati dalla Volkswagen sul 2.0 TDI della famiglia EA 189, ma piuttosto su un sistema di software simile a quello presente sui veicoli Audi in grado di rivelare il contesto operativo, di laboratorio o stradale, in cui si trovava l'auto. L'algoritmo, camuffato come procedura di riscaldamento, attiverebbe una modalità di risparmio carburante nel primo caso per poi tornare al funzionamento standard una volta riscontrate le condizioni di impiego stradali.

Coinvolta anche negli Stati Uniti

La posizione della Porsche, quindi, potrebbe ulteriormente aggravarsi dopo la richiesta di informazioni del governo tedesco. Il colosso dell'auto, infatti, è già coinvolto nello scandalo Dieselgate negli Stati Uniti insieme proprio a Volkswagen e Audi per quanto riguarda il 3.0 V6 TDI, montato su 85 mila vetture tra cui la Cayenne: il propulsore è stato chiamato in causa dall'Epa, ma i tedeschi non hanno mai apertamente ammesso una responsabilità, difendendo le protezioni motore che modificavano il software.

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