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Volkswagen, accordo da 15 miliardi di dollari per chiudere il dieselgate

Ritocco al rialzo per il piano risarcimenti negli Usa: più di 10 miliardi saranno destinati al riacquisto dei circa 500mila veicoli. Dai 5 ai 10mila dollari per ogni proprietario. Previsti investimenti in auto a emissioni zero e risarcimenti per la protezione dell’ambiente. I dettagli del piano che sarà annunciato oggi.
A cura di Valeria Aiello
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È la più grande class action del settore automobilistico della storia degli Stati Uniti: Volkswagen ha acconsentito a un piano di risarcimenti di circa 15 miliardi di dollari per risolvere la vicenda dieselgate. Secondo quanto riportano due fonti anonime all’agenzia Reuters, l’accordo con le autorità Usa comprende poco più di 10 miliardi di dollari per il riacquisto di circa 475mila veicoli per cui il gruppo automobilistico tedesco ha ammesso emissioni truccate negli Usa. Il resto della cifra sarà invece destinato a investimenti in veicoli a emissioni zero e risarcimenti per la protezione dell’ambiente.

Dai 5mila ai 10mila dollari per ogni cliente

Ai clienti che decideranno per il riacquisto, andranno dai 5.100 dollari ai 10mila dollari in base al valore del veicolo stimato prima del settembre 2015, quando è scoppiato lo scandalo. In alternativa, i clienti avranno tempo fino al dicembre 2018 per decidere se lasciare che Volkswagen apporti le misure di correzione, in modo da rispettare gli standard emissioni negli Usa.

2,7 miliardi per l’Epa

Ritocco al rialzo rispetto a quanto emerso la scorsa settimana, per il cui piano di risarcimenti prevedeva 6,5 miliardi di dollari da destinare ai clienti e 3,5 miliardi per il Governo Usa. Ora il piano includerebbe invece 2,7 miliardi per a favore dell’U.S. Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia statunitense che si occupa della protezione ambientale, e 2 miliardi in investimenti in energia verde e veicoli in zero emissioni. La cifra, la più alta mai registrata per un risarcimento negli Usa, sarebbe comunque destinata a salire se Volkswagen non avrà corretto o riacquistato l’85% dei veicoli entro la metà del 2019, ha aggiunto una delle due fonti. I portavoce dell’Epa e di Volkswagen hanno declinato ogni commento.

In sospeso la questione dei 3.0 Tdi

Resta invece ancora in sospeso, l’accordo per quanto riguarda le 85mila auto e suv equipaggiati con i motori 3.0 Tdi per i quali sono stati registrati livelli di Nox fino a nove volte superiori rispetto a quelli stabiliti per legge, in particolare sui modelli Porsche, Audi e Volkswagen. In precedenza, l’agenzia Reuters ha riferito che il piano iniziale non dovrebbe includere sanzioni civili.

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