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Dramma Bianchi, il padre: “La situazione è disperata”

“Ogni volta che il telefono suona, pensiamo che sia l’ospedale per dirci che Jules è morto” dice il padre del pilota francese, “I danni sono severi, non sappiamo come si evolverà”.
A cura di Valeria Aiello
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La situazione è disperata” a parlare è Philippe Bianchi, padre di Jules, il pilota francese della Marussia che lotta per la vita presso il reparto di terapia intensiva del Mie General Hospital di Yokkaichi in seguito al terribile impatto di quindici giorni fa durante la gara del GP del Giappone. Secondo l’ultimo bollettino medico diffuso, le condizioni restano “critiche” ma “stabili”, ma in queste ore cresce il timore per le condizioni di Jules.

“I medici dicono che questo è già un miracolo”

“Ogni volta che il telefono suona, pensiamo possa essere qualcuno dell’ospedale per dirci che Jules è morto” ammette papà Bianchi. “All’ospedale ci hanno detto che le prime 24 ore sono cruciali. Poi sono diventate 72 e noi siamo ancora qui con Jules, che sta combattendo. I medici dicono che questo è già un miracolo” prosegue Philippe, “che nessuno è mai sopravvissuto a un incidente così grave. Ma Jules non si arrenderà” dice il padre in un’intervista rilasciata a GdS. “Guardo Jules addormentato e senza un graffio e vorrei dirgli, alzati e torniamo a casa”.

“Penso a Schumacher”

“Penso molto a Schumacher, come ce l’ha fatta lui può farcela anche Jules” ammette Philippe che nonostante le gravissime condizioni del figlio rimane risoluto nella convinzione che Jules continuerà a combattere. “Io ci credo. Parlo con lui. So che può sentirmi”. Il danno assonale diffuso diagnosticato al francese della Marussia è uno degli scenari peggiori per un paziente e, come sottolineato dagli esperti, i tassi di recupero non sono incoraggianti.

“I danni sono severi, non sappiamo come si evolverà”

In molti hanno avvicinato l’attuale condizione di Jules Bianchi con l’incidente di Michael Schumacher dello scorso dicembre sulle nevi di Meribel. Dopo un lungo periodo di recupero, il tedesco ha lasciato il Centro Ospedaliero Vadois di Losanna per continuare il percorso di riabilitazione nella sua villa di Gland. Philippe ammette che il caso di Schumacher, anche se diverso per le circostanze e la natura del trauma, gli dà la forza e la speranza. Parlando del tedesco dice: “Ero molto triste quando si è fatto male e continuavo a chiedermi ‘perché non ci dicono di più come sta?’ racconta Philippe. “Ora sono nella stessa posizione che capisco. Tutti continuano a chiedersi come sta Jules, ma io non posso rispondere, perché non c’è nessuna risposta. È molto grave ma è stabile. Un giorno sembra che stia un po’ meglio, altri giorni un po’ peggio. I dottori non si esprimono. I danni dell’incidente sono severi ma non sappiamo come si evolverà” spiega il padre. “Anche con Schumacher ci sono voluti mesi per uscire dal coma. Jean Todt ha detto che spera che Michael un giorno sia in grado di avere una vita normale. Spero che un giorno si possa dire anche di Jules”.

“Toccanti i tributi dei piloti”

In questo fine settimana il mondo della F1 si è stretto intorno a Jules. Da Jean Eric Vergne è partita l’iniziativa dell’adesivo con la scritta “Tous avec Jules” da incollare sui caschi dei piloti e sulle monoposto durante il GP di Russia. Philippe ha parlato dei tanti tributi dei piloti, come quello di Hamilton, che ha dedicato la vittoria sul circuito di Sochi al pilota francese . “Ci hanno toccato profondamente” spiega il padre. “Molti di loro sono in contatto e mi scrivono: Alonso, Vergne e Massa hanno dato dei messaggi forti. Hamilton mi ha scritto una bella email in cui mi dice che se c’è qualcosa che può fare, lui c’è. E poi anche Valentino Rossi e Marc Marquez dalla MotoGP”. Sulle immagini dell’incidente diffuse in rete da uno spettatore del GP, Philippe Bianchi ha aggiunto: “Non ho voluto guardare il video dell’incidente perché so che diventerei matto. Ora tutte le energie sono per Jules”.

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