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F1: Ferrari e Williams favorite per il Mondiale 2014

Guida al Mondiale 2014 di F1, come arrivano piloti e scuderie al primo Gran Premio della stagione a Melbourne, in Australia.
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La guida al Mondiale 2014, uno dei più incerti e indecifrabili della storia recente. Come arrivano piloti e scuderie a questa sfida? Le novità, i dubbi della Red Bull, le ambizioni del Cavallino, la sorprendente Williams di Massa. E poi, la grande sfida di Ron Dennis, tornato per risollevare la McLaren dopo la peggior stagione dal 1980 per la casa di Woking.

RED BULL – Non era mai stata così in difficoltà, nemmeno all'esordio assoluto in F.1, nel 2005 (nel primo GP, Coulthard realizzò il quinto tempo in qualifica e finì quarto). “La RB10 non ha l'affidabilità né il passo per stare con i primi", ha ammesso il quattro volte campione del mondo Vettel. La monoposto disegnata da Adrian Dewey soffre di grossi problemi di surriscaldamento, che le nuove prese d'aria testate in Bahrain non hanno risolto del tutto. E Newey può lavorare poco sulle fiancate, perché allargare gli sfoghi al posteriore comprometterebbe troppo l'aerodinamica. Il motore Renault accusa anche un evidente turbo-lag, e questo mette Vettel per la prima volta in una situazione di grande svantaggio. Un handicap che può diventare un'opportunità per spegnere le critiche di chi non lo ritiene in grado di aiutare lo sviluppo di una monoposto vincente. Accanto a lui, come seconda guida, un Daniel Ricciardo che dopo 50 gran premi, mezza stagione con la cenerentola HRT e due stagioni tra alti e bassi con la Toro Rosso ha l'occasione della vita: l'australiano ha voglia, grinta e qualità, e il quinto posto in prova a Silverstone del 2013 lo dimostra, per uscire dall'anonimato.

MERCEDES – Nei 12 giorni di test tra Andalusia e Bahrain, i motori Mercedes hanno girato più e meglio di tutti gli altri. La W05 si è confermata una monoposto solida e supportata da un'affidabilissima power unit. Il team, guidato da Toto Wolff e Paddy Lowe dopo l'uscita di scena di Ross Brawn, è tra i favoriti per il successo a Melbourne e per il mondiale. Lewis Hamilton, che non vince il titolo dal 2008 e ha riallacciato la relazione con Nicole Scherzinger, è in un momento personale invidiabile e ha uno stile di guida ideale per adattarsi alle nuove regole. Il rischio, per lui, è di avere in casa, in Nico Rosberg, l'avversario più pericoloso.

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FERRARI – Un solo obiettivo: provare a vincere. La Ferrari non si nasconde, e nel Mondiale più indecifrabile della storia recente punta a riportare il Cavallino davanti a tutti. Nei primi test in Bahrain, la F14T non ha entusiasmato, ma non ha nemmeno incontrato particolari problemi di affidabilità. E c'è chi pensa che le rosse abbiano “giocato” a nascondersi. Il nuovo aerodinamico, Dirk De Beer, arrivato dalla Lotus, ha portato nuove idee che potrebbero “salvare” il capo progettista Nick Tombazis dopo i sostanziali fallimenti delle ultime stagioni. E nella corsa al titolo la Ferrari ha giocato al rialzo sul mercato piloti: nessun'altra scuderia porta in griglia due ex campioni del mondo. I due opposti, Raikkonen e Aloso, dovranno attrarsi senza scoppiare. È questa la più grande scommessa della stagione.

WILLIAMS MERCEDES – E' stata la delusione del 2013. Ha scelto il pilota più criticato del 2013. Insieme, con l'arrivo di Pat Symonds come direttore tecnico e della power unit Mercedes, sono diventati la coppia da battere, per Melbourne e non solo. Felipe Massa e la Williams, con la nuova elegantissima livrea griffata Martini, hanno girato più di tutti, e più veloci di tutti (del brasiliano il miglior tempo assoluto) nei test a Sakhir. Confermato come seconda guida Bottas, gestito dal manager Mercedes Toto Wolff, che l'anno scorso ha faticato non poco ma ha tenuto il passo di Maldonado e nei test ha mostrato di poter stare tranquillamente tra i primi alla guida della FW36.

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LOTUS RENAULT –  “May you never lose your temper…”. Potrebbe esser questa la colonna solonora della stagione Lotus. La scommessa è affascinante: affidarsi a Pastor Maldonado e Romain Grosjean, una coppia veloce e potenzialmente pericolosa. I problemi attuali della Lotus, però, non riguardano la coesistenza dei due piloti. La E22, dopo aver saltato i test a Jerez, ha sofferto tantissimo in Bahrain sia per problemi all'aerodinamica sia per le difficoltà alla power unit Renault. Ma è la vettura dal design più originale al via del Mondiale 2014, e il tempo sembra dalla sua parte.

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MCLAREN MERCEDES – A 34 anni e con 247 Gran Premi in carriera (quinto all time in F.1), Jenson Button è il più anziano in griglia. Ma la sua “baby face” accompagna una motivazione e un entusiasmo che sfidano l'anagrafe. Qualità che Ron Dennis, tornato a capo della scuderia, ha certificato con il più bel paragone possibile: “Ha la stessa determinazione di Senna”. Era meno convinto, all'inizio, del secondo pilota, Jan Magnussen (suo padre Kevin, un GP in McLaren nel 1995, era stato l'ultimo danese in F1.) Ma nei test è riuscito in qualche caso a star davanti anche a Button, e le perplessità sono sparite. Le Frecce, spinte dall'ottimo propulsore Mercedes (anche se passeranno a Honda dal 2015) possono tornare a volare. E per farlo sono tornate alle livree argento-nero che hanno segnato gli ultimi grandi trionfi della casa di Woking.

FORCE INDIA – Spinta dalla power unit Mercedes, la Force India sogna il salto di qualità. Il team di Vijay Mallya si affida al figliol prodigo Hulkenberg, che dopo il 2012 segnato dal gran quinto posto a Spa, aveva lasciato il team con tante critiche per passare alla Sauber. La Force India ha girato in Bahrain su tempi vicini alle McLaren. E come le McLaren ha annunciato di voler creare una scuola di giovani  piloti.

SAUBER FERRARI – Dopo 109 gare disputate con la stessa squadra, la Spyker diventata poi Force India, e il distacco per quanto successo in discoteca a Shanghai con Eric Lux della Lotus, Adrian Sutil punta a ripetere in Sauber quanto di buono fatto da Hulkenberg l'anno scorso. Giampaolo Dell'Ara, capo degli ingegneri di pista, è soddisfatto a metà della resa della C33 a Sakhir. "Il team ha fatto un ottimo lavoro in termini di affidabilità, ma non siamo ancora soddisfatti dei livelli delle prestazioni. Dal punto di vista della strategia, la power unit è destinata a influire sulla gestione delle gomme, e questo renderà tutto più interessante. Tuttavia, le gomme continueranno ad avere un ruolo centrale nel definire la strategia".

TORO ROSSO RENAULT – Triplo salto mortale. Daniil Kvyat, longilineo russo del programma Junior Red Bull con una casa a Roma, arriva direttamente da campione del mondo GP3 in F1. I test sono andati male, per i continui problemi alla power unit Renault, tanto che il il capo, Franz Tost, ha dovuto ammettere: "Per noi, il GP d'Australia arriva un mese troppo presto".

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CATERHAM RENAULT – Non è certo una “grande bellezza”. Anzi, la Caterham potrebbe vincere l'Oscar di monoposto più brutta del 2014. Nella ricerca della massimizzazione dei flussi d'aria con gli alettoni anteriori molto più bassi rispetto agli anni passati, la Caterham CT05 ha de facto eliminato il muso anteriore: al suo posto un lungo cono dalla punta arrotondata sostenuto da due supporti che legano la struttura all'alettone. La Caterham scommette sull'esperto Kobayashi, tornato in F1 dopo un anno in GT Ferrari, e sul 23enne Marcus Ericsson, al debutto dopo 4 anni e sole 3 vittorie in 84 gare in GP2, un discreto pilota che ha ottenuto il posto in squadra grazie a sponsor personali.

MARUSSIA FERRARI – In una stagione turbolenta, la Marussia punta sulla continuità nel comparto piloti. I problemi, nonostante la power unit Ferrari che è una buonissima garanzia, non sono mancati a Jerez e Sakhir. La sfida della scuderia,  che impiega uno staff di 200 persone, meno della metà  della Red Bull, è di rimanere in Formula 1.

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