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F1, GP Brasile, libere: Rosberg dominatore, stupisce Raikkonen

A Rosberg la prima battaglia brasiliana contro Hamilton. Raikkonen ottimo terzo. Il finlandese, mai partito nelle prime due file, si conferma anche sul passo gara. Alonso, settimo, chiude col motore in fiamme: ma è una power unit vecchia.
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Le Frecce d'Argento colorano il venerdì di Interlagos. La prima battaglia a Interlagos va a Nico Rosberg. Il tedesco, che potrebbe ottenere la prima pole in Brasile e raggiungere in questa speciale classifica papà Keke e Hamilton tra gli altri, ha stampato il miglior tempo con le morbide: 1.12.123, sette decimi più lento del record della pista, l'1.11.437 di Montoya sulla Williams nel 2004. Il secondo posto di Hamilton, staccato di due decimi anche per una leggera uscita di pista nel giro veloce, fa meno notizia del terzo di Kimi Raikkonen (1.12.696) nonostante un sovrasterzo alla curva Mergulho. Raikkonen, che non è mai partito nelle prime due file quest'anno e insegue ancora la prima pole dal GP di Francia del 2008 (81 gare), si è confermato tra i più brillanti anche sul passo gara, girando sul piede dell'1.15 alto ma non si è fatto mancare uscite di pista e distrazioni: ha chiuso la prima sessione con due testacoda in dieci minuti alla Ferradura e alla Juncada, e nella seconda ha sfiorato il tamponamento con Hamilton che stava rallentando alla curva 8. Il quarto posto di Ricciardo, unico altro pilota sotto l'1.13, dimostra comunque il gap tra la Red Bull e la Mercedes. L'australiano firma il suo miglior crono in 1.12.956 con le medie, un tempo comunque peggiore del miglior giro fatto segnare al mattino da Rosberg con le medie. L'australiano però gira su tempi ottimi in assetto da gara, tocca anche l'1.15.2, quattro decimi meglio di Rosberg. Il tedesco si conferma più veloce di Hamilton nella long run,  che però long lo è stato solo di nome viste le due bandiere rosse per rimuovere prima la Ferrari di Alonso poi, subito dopo, la Sauber di Gutierrez. Deludente il settimo posto di Alonso, che chiude mestamente con il motore in fiamme sulla Reta Oposta, subito dopo la S di Senna. Si tratta comunque di una power unit usata, con molti chilometri, non quello che si sarebbe dovuto utilizzare in qualifiche e gara. Alonso ha già usato cinque power unit ed è a rischio penalizzazioni se sostituisce una qualsiasi delle componenti. Non a caso in Texas scelse solo all'ultimo minuto di montare un motore già usato anche in qualifica, con un inevitabile peggioramento delle prestazioni. Ancor più opaco il nono di Vettel, finito dietro anche a Kvyat, ottavo in PL2 e ottimo terzo in PL1.  Assolutamente niente male le due Williams, che di solito si nascondono al venerdì, con il quinto posto di Bottas e il sesto di Massa. Spicca anche il sesto posto in PL1 di Verstappen, che gira al posto di Vergne, staccato di appena un decimo dal russo. Sfortunato poi il francese che va a sbattere dopo 11 minuti il PL2.

Ferrari – La Ferrari continua a provare soluzioni in vista del 2015. Ha portato a Interlagos due versioni dell'ala posteriore, quella "classica" e la nuova testata già a Austin, e una differente sospensione posteriore provata soprattutto sulla vettura di . Ma ovviamente l'osservato speciale è Alonso, otto volte sul podio in Brasile, che ha chiuso solo una gara in top-3 quest'anno, in Cina. Dopo le voci di un ultimatum di Eric Boullier per la firma dell'asturiano, Alonso è tornato in versione sibilla e non ha escluso nemmeno l'ipotesi di rinnovare con la Ferrari. E qui riecheggia quel "per il bene del team" che tante volte gli abbiamo sentito pronunciare in questi ultimi mesi, che potrebbe anche portare a una sua permanenza, magari con la prospettiva delle tre vetture da schierare in griglia in caso di ulteriori defezioni per il prossimo Mondiale. Tramontato, invece, ogni legame con la Lotus. La trattativa con Gerard Lopez c'è stata ma, ha spiegato, "non si tratta di Formula 1, bensì di un altro progetto che possiamo sviluppare assieme e che riguarda la parte commerciale". Il progetto in questione, ha rivelato poi Alonso,aveva a che fare con la sua squadra di ciclismo, ma almeno per il 2015 l'idea è stata accantonata principalmente perché non è andata a buon fine la trattativa con il gruppo di investimento NOVO.

Addio Marussia – La notizia del giorno è la fine della Marussia, che lascia a questo punto più di qualche dubbio sull'attendibilità della lista provvisoria delle scuderie iscritte al Mondiale 2015, in cui figurava anche la Marussia con la denominazione originaria di Manor GP. Fatali alla scuderia  Graeme Lowdon i 28 milioni (stimati) da versare alla Ferrari per la fornitura dei motori. La Marussia, dunque, non prenderà parte nemmeno all'ultimo GP, ad Abu Dhabi, e al momento lascia la formula 1 dopo tre stagioni con il nono posto di Jules Bianchi a Montecarlo come miglior risultato. Mentre la Caterham ha lanciato un progetto di crowd-funding per raccogliere i 3 milioni di euro necessari a portare le vetture sulla griglia di partenza a Abu Dhabi. Per Eddie Jordan, che qui ha visto trionfare Fisichella dall'ottavo posto in griglia (record del circuito= nel 2003 prima di vendere l'anno successivo la scuderis  al gruppo Midland F1 dell'imprenditore russo-canadese Alex Shnaider nel 2004, ci sono quattro ragioni per cui le squadre entrate in F1 nel 2010 sono fallite. "Primo, Caterham, Marussia e HRT sono entrate in F1 con la promessa dell'introduzione di un tetto alle spese fissato a 50 milioni" ha commentato alla BBC. "Secondo, i costi dei motori ibridi sono tre volte più alti di quelli per i propulsori dell'anno scorso. Terzo, due anni fa Ecclestone ha cancellato l'aiuto alle squadre oltre il decimo posto che arrivava dai detentori dei diritti di sfruttamento commerciale della F1. Quarto, l'eccessiva sperequazione nella distribuzione del prize money a favore di Red Bull, Ferrari, McLaren, Williams e Mercedes".

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