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F1, GP Cina, Hamilton domina una gara senza sorprese

Hamilton domina dal primo all’ultimo giro: vince per la quarta volta in Cina, la 41ma in carriera. Secondo Rosberg. Le Ferrari si confermano la seconda forza del campionato. Deludono Williams e Red Bull. Alonso doppiato anche da Vettel. Per la sesta volta, un GP si chiude dietro la safety car.
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Nessuna sorpresa, nessun allarme. Nella sesta gara finita dietro la safety car, per il ritiro di Verstappen, l'unico che aveva dato l'impressione di divertirsi in pista, Hamilton si conferma sempre più re di Shanghai e la Mercedes, sul podio per la 22ma gara di fila, seconda striscia all-time, stampa la diciottesima doppietta in F1. Vittoria numero 35 e settimo "hat trick" per il campione del mondo che trionfa per la quarta volta sul circuito che ama di più, dove ha conquistato più podi (7) e più punti (136). La Ferrari, in condizioni più "normali" rispetto alla Malesia, rinforza il suo ruolo di seconda forza del campionato, e chiedere di più sarebbe fantascienza, anche dopo l'exploit di Sepang. Vettel ha difeso il terzo posto, e il terzo podio consecutivo, il 69mo in carriera (migliorato già il 2014 del Cavallino), da un Raikkonen che nello stint finale ha girato sempre meglio di lui con le medie. E qualche rimpianto a questo punto viene per gli errori, suoi e a posteriori del team, nell'ultima manche di qualifica. Con il quarto posto, comunque, Iceman va a punti per il 142° GP sui 215 disputati in carriera (eguagliato il 9° posto all-time di Webber). Male le Williams, con Massa e Bottas, che hanno scelto le medie per lo stint centrale, rispettivamente quinto e sesto. Settimo Grosjean, che torna a punti dopo 322 giorni. A punti anche le due Sauber, ottavo Nasr e decimo Ericsson, e Dani Ricciardo, ultimo dei piloti a pieni giri, che salva quanto meno il nono posto dopo una partenza disastrosa. Ancora a secco Alonso, finito doppiato anche da Vettel, che solo nel suo primo anno in F1, con la Minardi nel 2001, non aveva raccolto punti nei primi 3 gran premi della stagione.

Che partenza Kimi – Hamilton, che ha superato Jackie Stewart e Jim Clark con 1957 giri al comando di un GP, in griglia si posiziona col muso molto verso l'interno, verso Rosberg, e va nettamente a chiudere la traiettoria al tedesco, che ieri si è molto lamentato con il team, colpevole a suo dire di averlo mandato troppo tardi in pista in Q3. Vettel non scatta benissimo, ma tiene comunque la terza posizione, parte molto meglio Raikkonen, , che alla sesta curva passa Bottas e si lancia nella scia del compagno di squadra. Pessimo l'inizio per le Red Bull. Ricciardo rimane praticamente piantato in partenza e perde 10 posizioni (è 17° alla fine del primo giro), ma dà vita al duello più emozionante della gara, per giocarsi l'undicesimo posto con Ericsson al giro 27. Kvyat si gira in testacoda, come Sainz: sono gli unici partiti con le medie, che hanno bisogno di più tempo per entrare in temperatura. La gara del russo, però, si chiude dopo 16 giri in una nuvola di fumo (ne ha completata solo una delle ultime quattro) per la seconda rottura della power unit Renault in tre gare, un fallimento che di sicuro non aiuterà a "raffreddare" i rapporti tra la Red Bull e la Renault. "Se ci fermiamo non ci aiuta" spiega, "ho visto tanto fumo, non so che problema ci sia stato". Si ferma anche Hulkenberg, al dodicesimo ritiro in carriera, tradito dalla trasmissione su un circuito che richiede più di 3 mila cambi di marcia.

Soft per tutti – Nei primi giri, le Mercedes girano, come previsto, un paio di decimi più veloci delle Ferrari con le soft usate in qualifica: un divario, che matura quasi del tutto nel terzo settore, comunque dimezzato rispetto a quanto visto ieri. Vettel gira costante tra l'1.44.3 e l'1.44.8 nei primi 12 giri, Hamilton però stampa un 1.43.6 che smentisce le sue profezie sulla durata delle soft (non più di 10 giri aveva detto). Il tedesco si ferma prima di Hamilton, e comunque guadagna mezzo secondo grazie alla maggiore abilità dei meccanici Ferrari, e monta per lo stint centrale il treno di morbide risparmiato in qualifica.

Chi la dura la vince – Con l'asfalto che tocca i 46 gradi, la temperatura più alta del weekend, la partita si gioca nello stint centrale, perché la Mercedes va più forte, ma la Ferrari fa durare più le gomme. Nella partita delle strategie, la Mercedes sceglie di non differenziare i piani alla prima sosta e mantiene le "option" anche sulla vettura di Rosberg. Con l'approssimarsi del ventesimo giro, le Ferrari cominciano a invertire la tendenza e guadagnare un paio di decimi a giro sulle Frecce d'Argento. Raikkonen si lancia ina una serie di giri veloci dopo la prima sosta, è decisamente il migliore nel quartetto di testa dopo la prima sosta. Vettel, che pure va a mettere sotto pressione Rosberg e Hamilton, si conferma attento gestore delle risorse a disposizione. "Se vado più vicino (alle Mercedes) distruggo le mie gomme" spiega ai suoi ingegneri di pista via radio. Di fatto, la partita si gioca ai box. Vettel si tiene a un secondo e mezzo da Rosberg, che amministra lo stesso gap da Hamilton, il limite per non perdere carico nella parte centrale e non rovinare troppo presto le gomme. 

Scommessa persa – La Ferrari prova a giocare d'anticipo, a rischiare il tutto per tutto. Vettel si ferma già al 31° giro per la seconda sosta, Rosberg una tornata più in là. Tuttavia, nella battaglia fra tedeschi, è il vice-campione del mondo a rimanere davanti in uscita dalla corsia box. "Adesso è importante comunque non perdere contatto dai primi" commenta l'addetto stampa Alberto Antonini ai microfoni della RAI. Hamilton stampa un paio di giri record per aumentare il cuscinetto sul compagno di squadra prima di fermarsi per la seconda volta, e mantiene oltre 6 secondi di margine dopo la sosta. Le Ferrari, invece, gradualmente perdono contatto dalle Frecce d'Argento, e Vettel deve soprattutto guardarsi da Raikkonen, l'ultimo a fermarsi tra i top-4, che con le medie più fresche gira diversi decimi meglio. Con le "bianche", però, nei primi giri la Ferrari non è competitiva con le Mercedes: Hamilton e Rosberg si mantengono sul piede dell'1.43 basso, Vettel fatica a scendere sotto l'1.44. Le gerarchie non cambiano più. Nessun allarme, nessuna sorpresa.

GP CINA – ORDINE D'ARRIVO

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CLASSIFICA MONDIALE PILOTI

1 Hamilton 68
2 Vettel 55
3 Rosberg 51
4 Massa 30
5 Raikkonen 24
6 Bottas 18
7 Nasr 14
8 Ricciardo 11
9 Grosjean 6
10 Hulkenberg 6
10 Verstappen 6
10 Sainz 6
13 Ericsson 5
14 Kvyat 2
15 Perez 1

CLASSIFICA MONDIALE COSTRUTTORI

1 Mercedes 119
2 Ferrari 79
3 Williams 48
4 Sauber 19
5 Red Bull 13
6 Toro Rosso 12
7 Force India 7
8 Lotus 6

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