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F1, GP Malesia: Ferrari, non è solo un’illusione

Hamilton salta la prima sessione ma è l’unico a scendere sotto l’1.40. Raikkonen secondo, davanti a Rosberg. Settimo Vettel. Con le morbide, la Ferrari azzera il gap dalle Mercedes. Alonso davanti a Button. “Vieni al briefing tecnico dopo le libere e ricordati di portare il tuo notebook”. Lanciata la provocazione a Rosberg, però, Vettel ha declinato l’invito.
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Cambia l'ordine dei fattori, non il risultato. Rosberg comanda la prima sessione di libere a Sepang, con Hamilton fuori gioco per problemi alla power unit. Il britannico, che rimane anche senza telemetria all'inizio della PL2, salta la simulazione di qualifiche e stampa il miglior tempo di giornata in 1.39.790: è l'unico ad essere sceso sotto l'1.40. La Ferrari, comunque, c'è. Le rosse riescono praticamente a cancellare il gap con le Mercedes con le gomme medie, e Raikkonen con un treno piuttosto usato fa segnare il tempo che gli vale il secondo posto, anche davanti a Rosberg, terzo. Solo settimo, però, Vettel, staccato di 9 decimi. Le Williams, con il rientrante Bottas quinto e Massa sesto, multato per aver usato il primo set di pneumatici hard più a lungo della mezz'ora consentita, perdono aderenza alla distanza: un campanello d'allarme in vista di domenica. Incoraggiante il ritorno di Alonso, che chiude davanti a Button, non convinto però della versione dell'asturiano sull'incidente del Montmelò. Le McLaren restano comunque a fondo gruppo, davanti solo a Grosjean e alle Manor, lontanissime da tutti, ma non potrebbe essere altrimenti. Con distacchi superiori ai 6 secondi rispetto ai primi, Merhi e Stevens possono solo puntare a rientrare nel limite del 107% per qualificarsi. Continua la crisi Red Bull, con Ricciardo solo decimo, non del tutto rasserenata dal quarto posto di Kvyat, che ha avuto ancora inconvenienti nel finale dopo esser stato costretto a saltare la gara in Australia per la rottura del cambio nel giro che lo portava dal box alla griglia di partenza.

Poche innovazioni  Come previsto, non si sono visti a Sepang pacchetti rivoluzionari di innovazioni aerodinamiche. La Mercedes ha portato la classica ala anteriore con un elemento aggiunto all'ultimo flap per aumentare il carico all'avantreno, la Ferrari ne ha presentate due versioni diverse e introdotto una piccola modifica al posteriore per ottimizzare il flusso d'aria, fondamentale per non perdere trazione, considerato l'alto carico che il circuito richiede nelle parti lente. Le migliorie più evidenti si notano sulle McLaren. Le MP4-30 presentano l'S-Duct all'anteriore, la fessura a S che permette di veicolare il flusso d'aria dal fondo e ridurre le piccole riduzioni di efficienza aerodinamica dovute alla presenza dello "scalino" sul muso. Modifiche che hanno permesso alle McLaren di contenere il distacco dalla vetta sotto i 3 secondi.

Ferrari, invito respinto – Graduatoria che vede savandi Sebastian Vettel, finito in testa-coda senza conseguenze alla curva 11 nella simulazione di qualifica, anche per via del fondo ancora un po' sconnesso della pista nel settore centrale. Tanto vicino a Rosberg in pista, tanto lontano dal connazionale nella prima scaramuccia, nella prima polemica che segna la stagione 2015. "Sii sincero, davvero ti auguri una lotta più ravvicinata fra noi e voi? Se lo pensi davvero, allora il tuo garage potrebbe diventare pubblico in Malesia e permettere a tutti di dare un’occhiata. No?" aveva ironizzato in Australia, in conferenza stampa, il ferrarista. L'invito pubblico, altrettanto ironico, è arrivato: "Vieni al briefing tecnico" dopo le libere, "e ricordati di portare il tuo notebook". Lanciata la provocazione, però, Vettel si è tirato indietro, ha declinato l'invito. Sarebbe stato divertente vederlo entrare nel box Mercedes e magari chiudere la polemica con la stessa leggerezza con cui era iniziata: avrebbe di sicuro segnato un punto a suo favore.

Confusione Sauber – I progressi della power unit Ferrari si vedono anche dai progressi della Sauber, al centro di una ristrutturazione che sta assumendo contorni di confusione sempre più evidenti. La presenza di Raffaele Marciello, primo italiano in pista in un weekend di Formula 1 dall'addio di Trulli alla Lotus nel 2011, non ha certo ben disposto Felipe Nasr, che gli ha ceduto il sedile nella prima sessione. "Non avrei mai immaginato di dover saltare il primo turno di libere, al mio primo anno di F1 su un tracciato che non conoscevo" ha spiegato il brasiliano che ha sorpreso tutti con il quinto posto di Melbourne. A pagare, nel rimescolamento della struttura interna voluto dalla team principal Monisha Kaltenborn, è l'ormai ex capo dell'aerodinamica Willem Toet, che ha ricevuto un preavviso di licenziamento. Toet, in passato alla Toleman-Benetton, alla Ferrari, alla Bar, e già in questa posizione in Sauber dal 2006 al 2009, quando la scuderia era di proprietà della Bmw, era rientrato a Hinwil nel 2011.

Red Bull vede nero – A Melbourne, Nasr ha visto la bandiera a scacchi prima di Dani Ricciardo, e le difficoltà per l'australiano non sono certo terminate. Il rapporto tra la Red Bull e la Renault, che comunque ha fruttato 50 vittorie e otto mondiali, tra piloti e costruttori, in sei anni, è ormai ai minimi storici. Dopo l’accusa rivolta a Newey di non dire la verità sulle ragioni del ritardo Red Bull, il direttore generale della casa francese Cyril Abiteboul si è scusato e ha confermato che la partnership andrà avanti, come da contratto, fino al 2016. A Milton Keys, però, come ha ammesso lo stesso Abiteboul, non si fidano più nemmeno degli aggiornamenti studiati in Francia tanto che in casa Red Bull avrebbero deciso di ottimizzare il lavoro su software e recupero dell'energia con specialisti interni di elettronica. Ma dalla Francia insistono: il ritardo della RB11 è dovuto a una mancanza di equilibrio della vettura, che ha fallito l'ennesimo crash test del tanto atteso muso corto, in grado secondo le stime di Newey di migliorare i tempi di quasi 5 decimi. Al muso corto è legato l'intero pacchetto di upgrade aerodinamico, ancora rimandato. La strada però sembra segnata. E secondo Auto Motor und Sprint tutti gli indizi portano in un'unica direzione: dal 2017 vedremo un motore targato Red Bull.

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