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F1, GP Monza: la Ferrari fa il massimo e guarda già al 2017

Di più, la Ferrari non avrebbe potuto fare. Troppo il divario con le Mercedes. “Bisogna finire bene la stagione” dice Marchionne. Ma sembra proprio un modo per proiettarsi già al 2017.
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"Questo era uno di quei giorni in cui speravo tu fossi più veloce". La speranza di Nico Rosberg era la stessa dei tifosi che hanno colorato di rosso lo scenario del podio sospeso di Monza. Ma il realismo del tedesco della Ferrari è lì a dimostrare la consapevolezza, ormai tangente alla rassegnazione, che si respira a Maranello. "È stato il massimo, ringrazio tutti". Di più, il Cavallino sentiva di non poter fare. E purtroppo non avrebbe potuto fare.

Troppo divario – Il primo podio dopo quattro gare, il numero 706 nella storia della Ferrari in Formula 1, e lo status ritrovato di seconda forza del Mondiale rappresentano il bicchiere mezzo pieno di un weekend in cui la rossa ha messo sul tavolo tutto, gettoni compresi, per un ultimo, prezioso, tentativo di stupire riuscito solo a metà. La strategia a due soste, presentata da Pirelli in teoria come la più veloce, non porta al limite le gomme ma esacerba la distanza con le Frecce d'Argento che fanno il vuoto con mescole meno performanti. Così quei 30 secondi in più persi in corsia box, e anche qualcosa in più perché le soste di Vettel non sono certo ottimali (vedere l'anteriore sinistra che non si avvita alla seconda) diventano una zavorra troppo pesante. E le Ferrari, al di là del parziale record del tedesco nel terzo settore, risultano davvero competitive solo negli ultimi giri. Quando ormai è troppo tardi.

Strategia giusta – "Crediamo di aver fatto la strategia giusta, ma loro erano semplicemente più veloci" ha ammesso Raikkonen, che ha comunque espresso il suo meglio, con tanto di giro più veloce, nella seconda parte di gara quando ha smesso di accusare fastidiose vibrazioni. I 20 secondi di distacco rifilati alla Red Bull confermano, su una pista in cui la power unit fa la differenza, che gli ultimi tre gettoni spesi hanno portato effettivi progressi. L'upgrade ha riguardato motore termico e combustione, che per il regolamento tecnico contempla non solo la camera di scoppio ma anche gli alberi e il sistema di distribuzione. E ha rivelato la sua efficacia anche attraverso il primo ingresso in Q3 della Haas.

Aerodinamica – Ma la distanza dalle Mercedes, che pure non hanno nemmeno rischiato le Supersoft in gara, dimostrano quanta strada ancora ci sia da fare per colmare il gap con le Frecce d'Argento. E quanto vicino sia il rischio di ripetere una stagione senza vittorie. I tecnici della Ferrari hanno cercato nel weekend più importante dell'anno di trovare il set-up ottimale per la SF16-H abbassando al limite l'alettone posteriore e caricando un po' di più l'ala davanti. Ma non hanno eliminato il sottosterzo, causa della contestata uscita di ieri di Vettel con le quattro ruote oltre la riga bianca alla Parabolica, e di un comportamento meno preciso delle rosse in entrata di curva, che si traduce in una minor velocità in uscita.

Il parziale record di Vettel nell'ultimo tratto, segnato dal lunghissimo rettilineo d'arrivo, si spiega soprattutto con l'utilizzo delle Supersoft. Non a caso le Mercedes non fanno segnare il miglior intertempo in nessuno dei tre settori. La Ferrari sembra aver lavorato meglio del recente passato in ottica qualifica, e ha centrato la seconda fila che rappresentava il massimo possibile. Senza arrivare, però, all'eccesso che ha condizionato, per esempio, le Red Bull a Baku.

Verso il 2017 – "Le Mercedes hanno fatto una gara impeccabile, a parte la partenza dove i nostri sono scattati bene" ha commentato Marchionne. "Adesso bisogna finire la stagione e bisogna finirla bene". Un messaggio che sembra quasi preludere a una transizione triste, a un "garbage time" con la scuderia proiettata già alla nuova battaglia del 2017, con uno sviluppo già avanzato della macchina che dovrà assorbire tutte le novità previste dal regolamento. E' il solito, antico problema della Ferrari, evidenziato anche da Flavio Briatore a Radio deejay. "La Formula 1 è molto competitiva. E non è obbligatorio che la Ferrari vinca, anche se sarebbe carino se riuscisse a vincere i campionati o perlomeno qualche gara. La verità è che è molto più difficile di quello che il management pensava. la Formula 1 è un mestiere molto complicato. E ribadisco che c'è anche un problema di logistica a penalizzare la Ferrari. Maranello è isolata dal resto del mondo della Formula 1. La situazione è complicata".

Il futuro della F1 – Sempre meno dei regolamenti astrusi, però, che allontanano il pubblico, anche quello tradizionalmente caldo di Monza, da uno spettacolo ormai sempre più scontato, con troppe penalizzazioni, troppi dettagli, troppi divieti. E soprattutto con un'applicazione tutt'altro che uniforme delle regole. Una Formula 1 che sembra poter passare di mano al gruppo Discovery e incentivare così una ricerca del business e dello spettacolo orientato agli interessi delle tv. La speranza è che lo Stratey Group, con la Ferrari in prima fila, stavolta prenda la strada giusta per arrivare all'unico traguardo in grado di salvare il circus.

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