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F1, GP Usa: si va verso la nona doppietta Mercedes

Hamilton e Rosberg danno un secondo a tutti, ma hanno entrambi problemi al cambio nel finale. Alonso “il migliore degli altri”. In gara sarà essenziale controllare il consumo di carburante.
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Niente di nuovo sul fronte occidentale. In una gara sospesa tra la lotta al titolo piloti 2014 e il mercato 2015, le Mercedes si confermano di gran lunga le vetture più bilanciate. Stabiliscono parziali record in tutti i tre settori in PL1 con poco carburante, in PL2 infliggono distacchi superiori al secondo a quasi tutti e rinforzano il vantaggio sul passo gara: con le medie danno oltre un secondo anche  chi gira con le soft sulle long run. Il britannico ha firmato il miglior tempo di giornata, 1.39.005 del pomeriggio, solo 3 millesimi più basso del miglior crono di Rosberg.  I tempi, comunque, rimangono significativamente più lenti della pole di Vettel del 2013 (1.36.338).  Per entrambi, comunque, c'è l'incognita dell'affidabilità: nel finale della PL2 sperimentano simili problemi al cambio in "upshifting", quando cioè alzano le marce. Hamilton insegue la 32ma vittoria che lo farebbe diventare il britannico più vincente di sempre. “Non ci penso molto” ha detto alla vigilia della gara, “perché voglio vincere il Mondiale. Forse alla fine della stagione realizzerò meglio. Comunque essere tra i grandi del Regno Unito mi rende estremamente fiero”.

Ferrari in ripresa – In una giornata segnata dai problemi di Ricciardo, che ha girato solo mezz'ora nella prima sessione ma con le soft al pomeriggio guadagna un secondo e mezzo, e dalla brillante PL1 di Verstappen jr., decimo e staccato di un 9 decimi da un ottimo Kvyat che proprio qui ha debuttato in F1 l'anno scorso, la Ferrari si ritaglia un ruolo da spalla di lusso. Alonso chiude terzo la PL2, ilm migliore dei "non Mercedes", anche se staccato di oltre un secondo da Hamilton e Rosberg. Raikkonen si migliora con le morbide. Al mattino comunque lo spagnolo ha accusato tanti problemi di sottosterzo e soprattutto di trazione in uscita dall'ultima curva. La Ferrari ha portato nuove configurazioni del muso anteriore, che quasi certamente anticipano la configurazione dell'ala progettata per la prossima stagione, i meccanici hanno lavorato molto sulle sospensioni posteriori dell'asturiano, ma i distacchi restano ancora alti, troppo alti. E non bastano, come consolazione per il marchio del Cavallino, la festa per i 60 anni di presenza negli Usa e l'ottimismo della scuderia americana Haas per l'ingresso in Formula 1 dal 2016 con i motori forniti da Maranello. Sono in tanti comunque, soprattutto in mattinata, a lamentare poco equilibrio (molte scuderie presentano nuove soluzioni all'anteriore con i piloti in difficoltà nel trovare il bilanciamento giusto) e un insufficiente grip su una pista ancora non abbastanza gommata.

La lotta per il Mondiale – Hamilton ha già vinto due volte negli Usa, nel 2007 (a Indianapolis) e nel 2012, nella prima gara sul Circuito delle Americhe, prima del successo di Vettel, partito sempre in pole a Austin che sarà costretto stavolta a prendere il via dalla pit-lane perché sta girando con il sesto motore ma parteciperà comunque alle qualifiche con il formato eccezionale richiesto dal minor numero di vetture (usciranno 4 piloti in Q1 e altrettanti in Q2). Chissà se in questa scelta non abbia pesato la clausola nei contratti stipulati tra Ecclestone, gli organizzatori e le tv secondo cui 18 è il numero minimo delle vetture che la FIA si impegna a garantire in pista. E in tutto questo, il 1 novembre scadono i termini per l'iscrizione alla prossima stagione: al momento Marussia e Caterham non hanno presentato domanda. Il britannico viene da quattro vittorie consecutive, gare in cui ha corso “di testa”, ed è una variabile fondamentale nella lotta con Rosberg, che in passato ha dimostrato di essere più solido mentalmente, non a caso è stato l'artefice principale del definitivo ritiro dalla Formula 1 di Michael Schumacher. I 17 punti di vantaggio nel Mondiale non sono certo una garanzia per Hamilton, con tre gare ancora da disputare, l'incognita dei punti doppi di Abu Dhabi, e un rivale impossibile da staccare.

Verso la nona doppietta? – Sembra dunque davvero difficile evitare la nona pole position consecutiva delle Frecce d'Argento, che viaggiano verso la decima doppietta stagionale, sarebbe eguagliato il record dello straordinario 1988 delle McLaren. E sono proprio le McLaren le osservate speciali di queste prove libere. Button è l'unico che tiene il distacco dalle Mercedes sotto il mezzo secondo in PL1, ma dovrà retrocedere di cinque posizioni in griglia per aver sostituito il cambio. Possibile, comunque, che Button abbia girato particolarmente scarico di benzina: su un tracciato complesso, dalle numerose variazioni altimetriche come Austin, in cui si gira con le prime tre marce per metà del tempo sul giro e si cambia 72 volte per ogni tornata, dieci chili in più di carburante fanno perdere tra i 3,8 e i 4 secondi.

Bene le McLaren – In ballo comunque c'è tutto il futuro della scuderia, con Alonso che avrebbe già firmato, Grosjean che sogna di arrivarci sfruttando l'amicizia con Boullier, ma le sue prestazioni non lo aiutano troppo a rinforzare la candidatura. E in più c'è la questione dei nuovi investitori che starebbero per entrare nella proprietà della scuderia e che potrebbero anche marginalizzare Ron Dennis. Come al solito, sono i motori Mercedes a farla da padroni. In PL1 le prime quattro velocità di punta sono state fatte registrare da piloti motorizzati dalla casa tedesca, con Massa più veloce di tutti, 331 kmh, 17 in più del dato più elevato registrato al venerdì l'anno scorso.

Le chiavi – La giornata di prove libere conferma, in vista della gara, quanto conterà la strategia legata alle gomme, le soft danno vantaggi di un secondo a giro rispetto alle medie ma tendono a degradarsi parecchio dopo 11-12 giri, e il carburante, perché il consumo stimato è molto vicino alla soglia massima dei 100 chili. E non è escluso che qualche pilota possa essere costretto a rallentare negli ultimi giri domenica per non restare senz benzina prima del traguardo.

CLASSIFICA DELLE PROVE LIBERE 2 DEL GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI:

1. HAMILTON Mercedes 1:39.085
2. ROSBERG Mercedes 1:39.088
3. ALONSO Ferrari 1:40.189
4. RICCIARDO Red Bull 1:40.390
5. MASSA Williams 1:40.457
6. RAIKKONEN Ferrari 1:40.543
7. KVYAT Toro Rosso 1:40.631
8. MAGNUSSEN McLaren 1:40.641
9. BUTTON McLaren 1:40.698
10. HULKENBERG Force India 1:40.800
11. BOTTAS Williams 1:40.828
12. GROSJEAN Lotus 1:41.054
13. VERGNE Toro Rosso 1:41.110
14. PEREZ Force India 1:41.123
15. MALDONADO Lotus 1:41.158
16. SUTIL Sauber 1:41.332
17. GUTIERREZ Sauber 1:41.420
18. VETTEL Red Bull 1:44.487

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