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F1, Hamilton shock: “A fine stagione potrei dire addio”

Il tre volte iridato non esclude un suo ritiro al termine della stagione 2017: “Il destino è nelle mie mani, ma quando smetterò vorrei essere ricordato come Senna”.
A cura di Valeria Aiello
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Lewis Hamilton, 32 anni / Getty
Lewis Hamilton, 32 anni / Getty

Una dichiarazione shock, di quelle che infiammano un mercato piloti ancora silente: Lewis Hamilton ha ammesso di non escludere un suo ritiro alla fine della stagione 2017. Il campione della Mercedes lo ha rivelato in una lunga intervista al magazine della Fia, Auto, in cui sostiene che potrebbe decidere di fermarsi alla fine di quest’anno, come fatto dal suo ex compagno di squadra Nico Rosberg dopo aver vinto il mondiale del 2016.

"Il mio destino è nelle mie mani – premette Hamilton – Posso decidere di fermarmi alla fine di quest’anno. Questo significa che la mia eredità e meno importante di quanto lo sarebbe se mi fermassi tra cinque anni? Chi può dirlo? Non mi piace pianificare, perché non so cose c’è dietro l’angolo, non so che cosa ho intenzione di fare". Data del ritiro a parte, Hamilton ha un obiettivo ben preciso. "L’unica cosa che penso del mondo delle corse è che vorrei essere riconosciuto come un pilota duro ma leale. Come Ayrton Senna, per il modo in cui è ricordato ancora oggi, spero di essere ricordato alla stessa maniera. È da quando ho iniziato a correre che ho questo obiettivo, di fare qualcosa di simile ad Ayrton, di emularlo. Spero che quando sarà il momento, la gente possa rispettare il mio impegno, la mia abilità e la mia guida nel modo in cui rispetta la sua”.

Ad ogni modo, considerato che Hamilton è in lotta per il titolo iridato e che dispone di una delle monoposto migliori del campionato, appare decisamente improbabile che il britannico decida di appendere il casco al chiodo, visto anche che adesso si sta godendo la competizione grazie alla lotta contro la Ferrari. "Sì, in questo momento ci divertiamo di più perché c’è una concorrenza maggiore. E con un altro team in lotta è anche più facile. C’è un intero cambiamento di mentalità, di dinamiche di tutta la squadra. È come un grande vortice e dipende dalla tensione che diventa sempre più forte. Avere adesso un’altra scuderia – contro cui lottare, ndr – ci tiene uniti con un maggiore forza, e questo è impressionante”.

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