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F1, Herbet: “Con Vettel la Fia ha sbagliato due volte”

L’ex pilota della Benetton: “Il tono ruvido con cui Sebastian ha offeso è totalmente inaccettabile, ma la penalità per lo scontro in pista mi ha sorpreso. Era un corpo a corpo, lasciamoli gareggiare”. Poi sui tagli in curva: “La pista ha dei confini e vanno rispettati” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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Sebastian Vettel - Getty Images
Sebastian Vettel – Getty Images

Non accennano a placarsi le polemiche su quanto successo nel Gran Premio del Messico. Il duello tra Sebastian Vettel e le due Red Bull di Max Verstappen e Daniel Ricciardo ha lasciato il segno: tante le voci che si sono sollevate per dire la propria sull'accaduto, ancor di più per condannare o meno il comportamento del ferrarista, punito per la scorrettezza sull'australiano, ma graziato dalla Fia per gli insulti al Direttore di gara Charlie Whiting.

A prendere la parola in merito all'accaduto, stavolta, Johnny Herbert, ex compagno di squadra di Michael Schumacher ai tempi della Benetton e ora commentatore per Sky Sport. Secondo il britannico il comportamento del pilota della Ferrari nei confronti di Charlie Whiting è da stigmatizzare, ma non quello in pista. La penalità per il duello con Ricciardo, secondo Herbert, è eccessiva.

Il tono ruvido con cui Sebastian ha offeso è totalmente inaccettabile. Tutti vogliamo sentire le conversazioni radio dei piloti, ma un pilota deve sapere controllare quello che dice. La penalità in pista?Una decisione che mi ha sorpreso – ha detto l'ex pilota – era uno di quei duelli che vogliamo vedere, cosa c'era di scorretto? È stato un corpo a corpo, lasciamoli gareggiare.

Hamilton e Verstappen da punire

Con Sebastian Vettel quindi, secondo Herbert, la Fia avrebbe sbagliato due volte. Tra i piloti puniti in pista c'è anche Max Verstappen: l'olandese non ha digerito i 5" inferti dai commissari di gara che lo hanno sanzionato per il taglio in curva, la stessa manovra effettuata da Lewis Hamilton al via. Un'altra occasione persa secondo l'ex pilota della Benetton.

Ricordo che quando correvo tante volte mi è capitato di pensare che sfruttando un fuoripista avrei potuto ottenere un vantaggio, e ci avrei provato se avessi avuto la certezza di farla franca. Penso che la pista abbia un confine e quei confini vadano rispettati, punto e basta. Chiunque sostenga altre tesi è perché uscendo di pista ha qualcosa da guadagnarci.

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