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F1, il papà di Jules Bianchi: “Mi hanno lasciato solo”

Il padre del pilota francese, scomparso a luglio 2015 per le ferite riportate in seguito all’incidente nel Gp del Giappone, torna a parlare: “Monza è stato terribile perché è lì che ho condiviso il mio ultimi momento con Jules”. Poi aggiunge: “Voglio che i responsabili paghino”.
A cura di Matteo Vana
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Il 17 luglio 2015 Jules Bianchi moriva in seguito alle ferite riportate nel Gp del Giappone. Il giovane pilota francese era finito fuori pista schiantandosi contro uno dei mezzi di soccorso intento a spostare un'altra vettura. L'impatto era stato violentissimo tanto da far temere subito il peggio: trasportato in ospedale, Bianchi aveva lottato per 8 mesi prima di esalare l'ultimo respiro.

Il dolore di papà Philippe

Un dolore immenso per la famiglia, ampliato dalla sensazione che la morte del pilota poteva essere evitata. Il padre, Philippe Bianchi, è anche passato alle vie legali denunciando la Federazione internazionale dell'automobile, la Formula 1 e il Team Marussia per quanto accaduto. Ora, in una recente intervista rilasciata a Minute-Auto.fr, il padre di Bianchi, torna sull'episodio.

Jules non ha avuto un incidente correlato ai rischi del suo lavoro. Per tutti gli incidenti che ho visto, anche i più terribili, ci sono sempre i replay, ma questa volta non ci sono state immagini FOM a mostrare quello che è davvero accaduto.

Ho assunto gli avvocati in modo che la verità sia conosciuta e che i responsabili paghino per i loro errori. Non riesco a immaginare nessun genitore, inclusi quelli che ci stanno criticando, che non farebbero la stessa cosa se questo fosse accaduto al loro figlio.

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Quella intrapresa dalla famiglia di Jules Bianchi è una battaglia dura da portare avanti, molti sembrano aver voltato le spalle ai genitori del pilota francese che continuano a battersi affinché loro figlio venga ricordato e affinché episodi del genere non capitino più. Si era parlato anche di un progetto a supporto dei giovani che vogliono avvicinarsi alla Formula 1.

Il Gran Premio di Monza è stato terribile per me, perché è lì che ho condiviso il mio ultimo momento con Jules, poco prima del Gran Premio del Giappone 2014. Non è facile, mi manca.

È un progetto molto più difficile di quanto sembrava. Ci sono persone che si erano impegnate ma che ora sono molto difficili da raggiungere, speriamo che non si siano dimenticate quello che ci hanno detto all’inizio. Mi ricordo che durante il ricovero di Jules un mio amico mi ha detto, ‘Sai Philippe, ci sarà un momento in cui sarai solo’. Ora mi sento proprio così.

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