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Fca, anche la cinese Guangzhou smentisce l’interesse. Resta solo Great Wall

Un portavoce del costruttore cinese ha negato di avere in programma un’acquisizione di Fiat Chrysler Automobiles. Manca la smentita di Great Wall Motors, indiziato principale dopo le indiscrezioni di delegazioni nelle rispettive sedi.
A cura di Valeria Aiello
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Resta solo Great Wall Motor tra i costruttori cinesi interessati ad acquisire Fiat Chrysler Automobiles o parte di essa. Anche Guangzhou Automobile Group ha smentito l’interesse per l’acquisizione di Fca o di un suo specifico marchio.

Anche Guangzhou smentisce l’interesse

Attualmente, non abbiamo in programma di acquisire Fiat Chrysler” ha dichiarato un portavoce di Guangzhou in una comunicato all’agenzia Reuters. Guangzhou Automobile Group , holding cinese di proprietà statale, è già partner commerciale di Fca in Cina per la produzione a Changsha di Jeep Cherokee e Renegade, oltre alle joint venture con le giapponesi Toyota e Honda. Dopo Geely Holding Group e Dongfeng Motors che negli ultimi giorni hanno negato un loro interesse, con la smentita di Guangzhou resta solo Great Wall Motors tra i nomi dei potenziali acquirenti cinesi indicati da Automotive News.

Resta solo Great Wall

Probabilmente non un caso che all’appello manchi proprio Great Wall, indiziato principale visto che anche una delle fonti citate dal sito specializzato aveva riportato di delegazioni di Fca e Great Wall in visita nelle rispettive sedi nelle ultime settimane. Sull’onda delle smentite, l’ipotesi Cina si sgonfia a Piazza Affari dove ieri il titolo ha perso l’1,10% a 10,78 euro, trascinando in terreno negativo anche Exor (-1,41% a 52,45 euro) e Ferrari (-1,06% a 93,75 euro). Questa mattina le azioni Fca ripiegano di 1,6 punti percentuali a 10,61 euro. Nel frattempo, in un futuro che si prospetta all’insegna dei motori elettrici e delle auto a guida autonoma, sottolineato dall’intesa siglata con Bmw, Intel e Mobileye, si torna a parlare anche il car-sharing, con il possibile asse tra DriveNow e Car2go in risposta all’alleanza Uber-Lyft. Secco il “no comment” di Erich Sixt, ceo dell’omonima compagnia di noleggio che controlla DriveNow.

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