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Fca, dalla Germania accuse sulle emissioni dei motori diesel

Il Ministero federale dei trasporti tedesco avrebbe inviato una lettera alla Commissione Europea per denunciare alcune irregolarità nei controlli: secondo l’accusa il gruppo userebbe un dispositivo illegale per il controllo dei gas di scarico.
A cura di Matteo Vana
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Dalla Germania arrivano accuse al gruppo Fca, reo secondo le autorità tedesche di usare un dispositivo illegale per il controllo dei gas di scarico nei propulsori alimentati a gasolio. Stando a quanto riportato dall'agenzia Afp il Ministero federale dei trasporti tedesco avrebbe inviato una lettera alla Commissione Europea per denunciare questa irregolarità nei controlli. Già nei mesi scorsi c'era stata una diatriba tra le autorità tedesche e il ministro Delrio che aveva negato qualsiasi qualsiasi tipo di problema, facendo riferimento ai test effettuati da cui è emerso come solo le auto Volkswagen  siano dotate di dispositivi destinati a manipolare le emissioni.

Nel mirino i livelli di ossido di azoto

Tutto sarebbe partito in seguito ad alcuni test effettuati dall'agenzia federale dell'automobile, la Kba, su alcuni modelli concorrenti del gruppo Volkswagen. In particolare quattro modelli del gruppo Fca sarebbero risultati irregolari; su queste vetture i sistemi di filtro delle emissioni inquinanti si disattiverebbero dopo 22 minuti, appena due minuti dopo la durata standard dei test di controllo anti-inquinamento. Oltre quel periodo i livelli di ossido di azoto immessi nell'atmosfera sarebbero fra le 9 e le 15 volte superiori a quelli consentiti, superando abbondantemente la soglia consentita.

In caso di violazione potrebbe esserci una procedura legale

La Commissione Ue, che dopo lo scoppio della scandalo Dieselgate ha chiesto a tutti gli Stati di effettuare dei test specifici, è ancora in attesa del rapporto finale delle autorità italiane. La Germania ha chiesto a Bruxelles di parlare con le autorità italiane per risolvere la questione visto che le normative europee stabiliscono che il gruppo debba rispondere solo agli enti italiani responsabili dell'iter di approvazione dei suoi veicoli. Nel caso in cui la Commissione constati eventuali violazioni delle autorità italiane, potrebbe avviare una procedura legale contro l'Italia per non aver applicato le normative europee.

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