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Ferrari, Arrivabene e la SF15-T: “Devo ringraziare ogni singolo uomo a Maranello”

Il Team Principal del Cavallino Rampante racconta com’è nata la monoposto del 2015 e il grande lavoro invernale che ha permesso di recuperare buona parte del gap dalla Mercedes.
A cura di Vito Lamorte
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La sorpresa di questo inizio di stagione in Formula 1 è sicuramente la Ferrari. Si è trattata di una crescita molto vicina al miracolo soprattutto se consideriamo come era finito il campionato 2014 per la scuderia del Cavallino Rampante. Uno dei motivi dello scatto è sicuramente l'arrivo a Maranello di Maurizio Arrivabene, ingaggiato come  Team Principal al posto di Marco Mattiacci, che a sua volta ha sostituito Stefano Domenicali. Il nuovo capo della Gestione Sportiva della Rossa ha molti meriti in questa rinascita della Ferrari e anche in quella di Kimi Raikkonen, dato che ha spinto i progettisti della Ferrari ad apportare delle modifiche alla SF15-T per venire maggiormente incontro alle caratteristiche dell'ultimo campione del mondo del Cavallino Rampante. Arrivabene ha individuato alcune ragioni principali del miglioramento Ferrari: "È tutto l’insieme. Inizialmente è stato il motore e ancora lo è, perché, voglio dire, chiaramente senza i gettoni che il nostro presidente è stato in grado di discutere durante lo Strategy Group di dicembre non sarebbe stato possibile per noi sviluppare il motore. Ma dopo, quando si ha un buon motore, è necessario avere un buon telaio, una buona aerodinamica e così via. E devo ringraziare tutti i ragazzi di Maranello, ogni singolo uomo a Maranello, per essere stati in grado in tre mesi non solo di lavorare allo sviluppo del motore, ma di ogni sua parte".

Il retroscena più interessante riguarda i cambiamenti che ha chiesto personalmente per la nuova monoposto: "Mi ricordo, era il 10 o il 12 dicembre, e stavo guardando una foto della nuova macchina con Simone Resta e Rory Byrne. Gli ho chiesto cosa era possibile fare per trasferire il peso della macchina un po’ più sull’avantreno, perché ho detto loro che a Kimi piace sentire la macchina in questo modo e per Seb è più o meno lo stesso. Mi hanno risposto che avrebbero avuto bisogno di sei mesi. Gli ho chiesto cosa si poteva fare in tre mesi e loro mi hanno detto che avrebbero dovuto lavorare giorno e notte. Gli ho detto ‘Ok, lavorerò con voi ragazzi, andiamo’". Tutto quello che è successo dopo è noto a tutti i tifosi della Ferrari.

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