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Ferrari, un anno dopo sono i numeri a condannare la Rossa

Nella scorsa stagione il Cavallino si presentò alla sosta estiva forte della seconda posizione e di due vittorie centrate; quest’anno, invece, c’è ancora lo zero alla casella primi posti e sono già 5 i ritiri. Peggiorato anche il rendimento di Vettel mentre Raikkonen ha quasi raddoppiato il suo score.
A cura di Matteo Vana
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Ferrari
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La Formula 1 va in vacanza, quello di Hockenheim, che ha visto trionfare Lewis Hamilton, è stato l'ultimo Gran Premio prima della pausa estiva: i team torneranno in pista il 26 agosto quando si ritroveranno sul circuito di Spa per il tredicesimo appuntamento della stagione. La sosta obbliga le squadre a tracciare un bilancio della stagione vissuta fin qui, in casa Ferrari l'umore non è dei migliori: la Rossa è terza nel mondiale costruttori, distante 173 dai rivali della Mercedes e soprattutto deve recuperare 14 punti alla Red Bull che grazie alla doppietta messa a segno nell'ultimo appuntamento l'ha scavalcata.

Troppi ritiri e zero vittorie

A distanza di 12 mesi per il Cavallino sembra essere cambiato poco o nulla, anzi se possibile la situazione è ancora più complicata. L'anno scorso la Ferrari arrivò alla pausa con un ritardo di 189 punti – accumulato in 10 gare – dalle Frecce d'Argento: un margine più ampio rispetto a quello accusato quest'anno, ma senza la Red Bull in mezzo. La scuderia di Milton Keynes, infatti, in questo periodo navigava a centro gruppo. Quello che salta subito all'occhio è la costanza delle Ferrari: mai un ritiro con Sebastian Vettel, 3 con Kimi Raikkonen. Nella stagione 2016, invece, i ritiri sono stati già 5, solo uno in meno di quanto fece in tutta l'annata 2015. A rendere tutto più amaro c'è quello zero nella casella primi posti mentre l'anno scorso il tedesco della Rossa aveva già conquistato 2 vittorie, la prima in Malesia bissata poi dal successo all'Hungaroring. Anche se la classifica dice che la Rossa ha 6 punti in più rispetto alla scorsa stagione, il miglioramento non si vede: il calendario, infatti, annovera già due gare in più rispetto allo scorso mondiale, difficile immaginare che sia Vettel che Raikkonen avessero totalizzato così pochi punti con due chance in più. L'altro dato su cui va posto l'accento è il numero di gare nelle quali la Ferrari ha mancato il podio e anche questo può essere spiegato con il ritorno della Red Bull. Se si guarda ad appena un anno fa, nella prima metà solo una gara vide l'assenza di tute rosse a sollevare una coppa, il GP del Canada. Quest'anno sono addirittura 4, le ultime 3 consecutive.

Raikkonen super, male Vettel

Il rendimento della squadra va di pari passo con quello dei piloti. I due driver della Ferrari, però, hanno avuto rendimenti totalmente opposti: mentre Kimi Raikkonen ha fatto un enorme passo in avanti rispetto alla stagione precedente – 122 punti nel 2016 contro i 76 del 2015 – lo stesso non si può dire per Sebastian Vettel. Il tedesco è stato sicuramente sfortunato, l'incidente con Daniil Kvyat in Russia e la foratura in Austria sono solo due episodi, le sue qualità non possono essere messe in dubbio, ma è la matematica ad essere impietosa: 40 punti in meno rispetto allo scorso campionato con due gare in più disputate. Al ritorno, però, il pilota della Ferrari mise a segno un filotto di piazzamenti che lo portò a conquistare il terzo posto con molto margine.

Serve una decisa inversione di tendenza: le altre squadre non sono state a guardare, i competitor della Rossa non sono state certo a guardare, ma se la Mercedes, nonostante la lotta intestina tra i due piloti può permettersi di peggiorare leggermente le statistiche della stagione precedente, lo stesso non può fare la Ferrari, costretta a rimontare la Red Bull, vera sorpresa del 2016. La scuderia di Milton Keynes, infatti, ha già raggiunto quota 256 punti: l'anno scorso la Williams, terza forza a fine stagione, ne totalizzò appena uno in più in tutto l'anno.

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