Formula 1, guasti e sfortuna: il più penalizzato è Vettel
L'affidabilità, nella Formula 1 moderna, è una delle caratteristiche fondamentali per competere ad alti livelli. Ne sa qualcosa Lewis Hamilton che, proprio a causa della rottura in Malesia, ha dovuto mettere in scena una rincorsa folle che a poco è servita. A rendere ancor più importante questo aspetto ci si è messa poi la Fia con la regola dei token, gettoni di sviluppo che, nell'arco dell'anno, potevano essere usati delle scuderie per potenziare le proprie vetture, e il limite di impiego per le power unit.
Vettel penalizzato in 5 Gran Premi
A pagare più di tutte il prezzo della scarsa affidabilità è stata la Ferrari, soprattutto con Sebastian Vettel. Il primo degli inconvenienti che ha rallentato la rincorsa del tedesco in Russia: è il cambio a tradirlo, la sostituzione costa 5 posizioni sullo schieramento di partenza. Lo stesso problema si ripresenta prima in Austria e poi in Inghilterra. La sfortuna sembra accanirsi sul pilota della Rossa che, a Singapore, deve fare i conti con la rottura della barra antirollio: l'occasione giusta per sostituire anche il motore della SF16-H, giunto ormai a fine vita, ma così facendo arrivano anche 25 posizioni di penalità e la partenza dall'ultima casella dello schieramento. Le ultime 3 posizioni Vettel le rimedia per lo scontro in Malesia con Rosberg che lo costringono alla rimonta anche in Giappone. Il tedesco è il pilota che è incorso in sanzioni in più Gran Premi di tutto lo schieramento, ma anche all'altra Rossa di Kimi Raikkonen non è sempre andato tutto liscio. Anche il finlandese ha avuto problemi che gli sono costati 5 posizioni sullo schieramento di partenza sia a Montecarlo che in Giappone.
Red Bull a quota zero
A guidare la classifica, però, è Fernando Alonso: lo spagnolo ha perso posizioni solo in due occasioni, ma accumulandone la bellezza di 60 in Belgio e 45 in Malesia. In entrambe le occasioni la McLaren decise di cambiare completamente la power unit così come fece anche Lewis Hamilton proprio in Belgio. Il secondo in classifica è proprio l'inglese che, con le 5 posizioni della Cina, insegue l'ex ferrarista e precede proprio Sebastian Vettel a quota 45. La più affidabile del mondiale appena concluso, invece, è la Red Bull, che chiude la stagione a quota zero. La rimonta della scuderia di Milton Keynes, capace di superare la Ferrari e di issarsi al secondo posto nella classifica costruttori, passa oltre che dalle prestazioni e dal talento di Max Verstappen, anche dall'affidabilità: nessuno dei suoi 3 piloti – Kvyat nelle prime fasi, poi il baby olandese e Daniel Ricciardo – , ha mai dovuto scontare penalità in griglia di partenza.