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Freddi all’esterno ma bollenti in pista, i cinque finnici che hanno fatto la storia in F1

Il paese scandinavo, nel 2017, sarà l’unico a poter vantare due piloti nei tre top team. Quella dei piloti finlandesi nel circus è una grande tradizione che ha riservato campioni Rosberg e Hakkinen, ma anche qualche delusione come Heikki Kovalainen.
A cura di Matteo Vana
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Mika Hakkinen festeggia sul podio in Canada - Getty Images
Mika Hakkinen festeggia sul podio in Canada – Getty Images

La Finlandia si appresta a diventare la regina della Formula 1. Nei top team, infatti, sono due i rappresentanti della nazione scandinava; oltre a Kimi Raikkonen, pilota della Ferrari e già campione del mondo nel 2007, dalla prossima stagione ci sarà anche Valtteri Bottas, fresco di firma con la Mercedes, dove ha sostituito Nico Rosberg, a lottare per il mondiale. Una tradizione, quella dei piloti finnici in Formula 1, che può annoverare grandi campioni e qualche promessa non mantenuta.

Keke Rosberg, il primo a conquistare il titolo mondiale

Il padre dell'attuale campione del mondo ha scritto la storia: laureandosi campione del mondo, infatti, è stato il primo pilota finlandese a conquistare il titolo iridato con la Williams, proprio la scuderia da cui proviene Bottas. Pilota dotato di grande regolarità, Rosberg era considerato un pilota molto aggressivo cosa che nei primi anni di carriera gli procurò qualche incidente di troppo. Poi con il passare del tempo la sua guida si affinò fino a diventare uno specialista dei tracciati cittadini. Il suo anno d'oro fu il 1982 quando, con una sola vittoria ottenuta nel Gran Premio di Montecarlo, ma grazie alla regolarità dimostrata in tutta la stagione, riuscì a portare a casa il suo primo e unico titolo in Formula 1.

Mika Hakkinen, il più vincente

L'ex pilota della McLaren è probabilmente il più grande talento finlandese mai sceso in pista in Formula 1. Il debutto nella massima serie del motorsport avviene nel 1991 con la Lotus, nel 1994 è la McLaren a notarlo facendogli firmare un contratto. Nel 1995, però, l'incidente che rischia di costargli la vita: durante le prove libere del GP d'Australia, ultima prova del mondiale, la sua vettura, a causa della foratura di pneumatico, vola sulla barriere. Trasportato immediatamente all'ospedale con la lingua a pezzi, senza molti denti e uno zigomo fratturato, rimane in coma per due giorni prima di risvegliarsi. Annunciato il ritorno in pista nella stagione successiva, dovrà aspettare il 1998 per vincere il primo titolo, bissando subito il successo nella stagione seguente. Famosa la sua rivalità con Michael Schumacher, viene ricordato dagli appassionati per aver messo a segno il sorpasso più bello nella storia della Formula 1, a Spa-Francorchamps nel 2000, proprio ai danni del tedesco.

Mika Salo e quel 1999 magico

Quella dell'ex pilota è una storia che parte da lontano. Arrivato in Formula 1 nel 1994 grazie alla Lotus, è il 1999 il suo anno d'oro. In quella stagione Mika Salo non era riuscito a strappare un ingaggio, ma questo episodio si rivelò una fortuna. Chiamato al Gran Premio di San Marino e nelle successive due corse, sotto suggerimento di Villeneuve, alla BAR per sostituire l'infortunato Ricardo Zonta, il finlandese arrivò a sfiorare per due volte la zona punti concludendo settimo a Imola e ottavo in Spagna. Tornato il brasiliano, Salo rimané nuovamente senza volante; on dovette attendere molto però perché l'infortunio capitato a Michael Schumacher, che a Silverstone si fratturò una gamba, gli schiuse le porte della Ferrari. In Germania, alla seconda gara con la Rossa, fu costretto a cedere la vittoria a Eddie Irvine, accontentandosi così del secondo posto mentre a Monza, nel Gran Premio di casa per la scuderia di Maranello, riuscì a finire davanti al compagno di squadra salendo sul terzo gradino del podio.

Mika Salo sul podio del Gp d'Italia - Foto Allsport
Mika Salo sul podio del Gp d'Italia – Foto Allsport

Heikki Kovalainen, potenziale inespresso

L'ex pilota di Renault e McLaren è il pilota che meno di tutti è riuscito a mostrare il proprio potenziale in Formula 1. Il debutto arriva grazie alla scuderia francese che decide di affidargli una monoposto nella stagione 2007 che conclude con 30 punti e un settimo posto. La buona prestazione all'esordio gli vale la chiamata della McLaren: è la sua grande occasione e l'inizio è di quelli da ricordare. In Malesia arriva un terzo posto mentre in Ungheria riesce a tagliare per primo il traguardo: negli altri Gran Premi però il rendimento non è sufficiente ma la scuderia di Wokig decide di dargli un'altra chance. Il 2009, però, è terribile con 5 ritiri nelle prime 8 gare. A fine anno sarà divorzio che lo porterà a cambiare diverse squadre fino all'abbandono nel 2013.

Heikki Kovalainen - Getty Images
Heikki Kovalainen – Getty Images

Kimi Raikkonen, il finlandese di Maranello

Campione del mondo con la Ferrari nel 2007, Kimi Raikkonen è stato il pilota che è approdato in Formula 1 con il minor numero di gare ufficiali disputate in carriera. Questo, però, non gli ha impedito di sfiorare il titolo nel 2003 e nel 2005 quando era alla McLaren e di centrarlo poi con la Rossa di Maranello, la scuderia con la quale può vantare più presenze in Formula 1. E' l'unico tra i campioni del mondo della Finlandia ad essere ancora in attività anche se quella 2017 potrebbe essere l'ultima stagione della sua carriera: dopo aver rinnovato il contratto con la Ferrari nel corso dell'ultimo anno, quella che sta per iniziare sembra essere la stagione dell'abbandono. Magari da festeggiare proprio con un altro titolo che gli permetterebbe di affiancare Mika Hakkinen, il finnico più vincente della Formula 1.

Kimi Raikkonen sul podio in Austria - Getty Images
Kimi Raikkonen sul podio in Austria – Getty Images
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