Goodyear Eagle 360 Urban: pneumatico intelligente che si ripara da solo
Gli pneumatici del futuro saranno di forma sferica, dotati di sensori e intelligenza artificiale, in grado ripararsi da soli. Un’anticipazione della visione delle gomme del futuro arriva da Goodyear che in occasione del Salone Autopromotec 2017, biennale internazione delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico (Bologna, 24-28 maggio) esporrà per la prima volta in Italia il concept Eagle 360 Urban, il primo penumatico in grado di sentire, decidere, interagire e trasformarsi, interagendo con l’ambiente circostante.
Svelato in anteprima al Salone internazionale dell’Auto di Ginevra, Eagle 360 Urban è dotato di una superficie con una rete di sensori in grado di controllare lo stato dello pneumatico e raccogliere informazioni sulla superficie stradale e l’ambiente circostante, che vendono elaborate con i dati raccolti attraverso la connettività con gli altri veicoli,le infrastrutture e i sistemi di gestione del traffico. Le informazioni, elaborate in tempo reale attraverso l’uso di algoritmi di deep learning, permettono allo pneumatico di variare la linea di comportamento al mutare delle circostante, rispondendo alla nuova filosofia di mobilità connessa dell’internet of Things.
L’avvento delle auto elettriche e dei veicoli a guida autonoma sta rivoluzionando l’intero settore, proponendo nuove sfide per tutti gli operatori, inclusi i produttori di componenti come i pneumatici. Per questo motivo abbiamo deciso di portare in esclusiva ad Autopromotec, il più importante Salone in Italia dedicato all’aftermarket, Goodyear Eagle 360 Urban, la nostra visione dei pneumatici del futuro – ha dichiarato Marco Prosdocimi, retail manager di Goodyear Dunlop Italia.
La superficie di Eagle 360 Urban è realizzata di un polimero super-elastico, in grado di espandersi e contrarsi con la flessibilità simile a quella della pelle umana. Questa caratteristica permette allo pneumatico di variare la forma delle singole sezioni che compongono il disegno del battistrada, ad esempio aggiungendo scanalature per far defluire l’acqua in caso di fondo bagnato, oppure aumentando la superficie di contatto sull’asfalto asciutto. In caso di danno, la rete di sensori è in grado di localizzare la foratura e la tecnologia integrata permette alla gomma di autoripararsi, dopo aver effettuato una rotazione per creare una diversa area di contatto. Durante il processo, materiali appositamente progettati, fluiscono verso la foratura e reagendo fisicamente e chimicamente formano nuovi legami molecolari che chiudono la foratura.
