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GP Bahrain: trionfa Hamilton, perde la Formula 1

Hamilton stampa il nuovo record della pista dopo 11 anni. Prima fila tutta Mercedes, seconda tutta Ferrari. Il motore del Cavallino regge. Ma il climax arriva a 2 minuti dalla fine. E in troppi accettano l’eliminazione già ai box. Il nuovo formato delle qualifiche non soddisfa nessuno.
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Dopo 11 anni, cade il record della pista a Sakhir. Lewis Hamilton stampa uno stratosferico 1'29″493, batte il primato di Webber, l'1'29″527 di Webber nel 2005, e centra la seconda pole in Bahrain, dove ha festeggiato la sua prima partenza in prima fila in carriera, la 51ma in carriera. In Q3 il primo duello riesce a regalare qualche brivido in un sabato ancor meno emozionante di Melbourne. Almeno Ferrari e Mercedes negli ultimi minuti girano per giocarsi almeno la prima fila. Rosberg è il primo a scendere sotto l'1'30 ma l'illusione dura poco. Le Ferrari, che stampano un ottimo 28.5 nel primo settore al primo giro lanciato, si illudono all'inizio della Q3, con Hamilton che però va oltre il cordolo esterno all'ultima curva. Ma si devono ancora accontentare della seconda fila: Vettel batte Raikkonen, e lo stacca di un paio di decimi. Terza fila per Ricciardo e Bottas, quarta per Massa e Hulkenberg, con il brasiliano che accetta l'eliminazione in Q3, così come l'australiano della Red Bull, ai box. E comuque, il climax è arrivato a due minuti dalla fine della Q3. Ancora una volta, a perdere è la Formula 1.

Qualifiche da riformare – Stavolta, rispetto a Melbourne, lo spettacolo inizia a essere desolante già negli ultimi minuti della Q2 con Hulkenberg che gira praticamente da solo mentre Verstappen e Grosjean, che riesce ad agganciare un confortante nono posto dopo i problemi all'ala anteriore e la fumata bianca per una leggera perdita di olio di ieri, accettavano l'eliminazione già comodamente ai box. E chissà che le scuderie non stiano accentuando il risparmio delle gomme in vista della gara quasi a rivendicare un maggior potere contrattuale nella battaglia che le vede contrarie al nuovo formato e opposte a Bernie Ecclestone, intenzionato sì a discutere una riforma con Jean Todt ma senza i team coinvolti. Che, dal punto di vista teorico, è una scelta anche logica: i competitor, ancor di più nella situazione di squilibrio nata dalla creazione dello Strategy Group, non dovrebbero avere troppo potere nella definizione delle regole del gioco, di quegli aspetti che valgono per tutti. Ma in questo caso, il coro di critiche di chi al gioco partecipa, e che di fatto crea il valore che rende la Formula 1 il business che è diventato, sta diventando troppo forte per essere ignorato con ostentata indifferenza. "La qualifica serve a cercare la miglior posizione possibile in griglia" ha detto Button, "la strategia non dovrebbe avere questo peso enorme. Speriamo di tornare al vecchio sistema".

Ferrari incoraggiante – Vettel è il primo a uscire in Q1. Le Ferrari, che hanno orchestrato una strategia tutta finalizzata alla gara, come suggerisce la scelta di portare tre set di medie per pilota, e hanno dominato l'ultima sessione di prove libere, ma con la pole in palio e la pista molto più fredda, lo scenario torna quello cui ormai siamo abituati. Il sabato sembra dissolvere i dubbi, filtrati attraverso Auto Motor und Sport e FUno Analisi Tecnica, sui problemi al turbocompressore della SF16-H. In sostanza Honeywell, che fornisce le turbine, ne ha disegnato uno più grande, ma questo comporta una discontinua erogazione della potenza, con un sovraccarico dell'MGU-H, il secondo motore elettrico. Vettel e Raikkonen, comunque, confermano che il divario dalle Mercedes non è certo quello di ieri: in Q1 il gap rispetto alle Frecce d'Argento è ridotto a tre decimi. La sfida è anche psicologica, e si vede anche da piccoli dettagli, da piccoli segni come il tentativo di Raikkonen di sorpassare Rosberg alla prima curva nel primo giro lanciato. E in Q2 la storia non cambia di molto: Vettel si inserisce secondo a 4 decimi da Hamilton, Raikkonen chiude quarto, dietro Rosberg, a mezzo secondo dal campione del mondo.

Delusione Sauber e Force India – Nasri e Haryanto aprono la serie degli eliminati del sabato: il brasiliano partirà dall'ultima fila per la prima volta nella sua esperienza in Formula 1. E la giornata per la Sauber non migliora con il taglio in Q3 anche di Ericsson, che non va oltre il 17mo tempo. Delude anche la Force India, che vive la peggior qualifica in Bahrain dal 2009: Sutil e Fisichella furono gli ultimi piloti della scuderia a non centrare la Q2 a Sakhir prima dell'eliminazione di Perez (18mo tempo). Non serve dunque al messicano aver fatto segnare la seconda velocità di punta alla speed trap: è chiaramente il secondo settore, il più guidato, a pesare di più sulla prestazione. Risparmia le gomme Kevin Magnussen, costretto comunque a partire dalla pit lane per non essersi fermato a semaforo rosso e alle operazioni di peso nel corso delle seconde libere. "Avevo davanti Kvyat" ha spiegato di nuovo a Sky Sports, "pensavo che il semaforo rosso fosse per lui, anche perché l'ho visto rallentare molto per le operazioni. Non sapevo che ci potesse essere una stessa segnalazione rivolta a due piloti nello stesso tempo".

Bene Vandoorne – Anche in Q2 Ferrari e Mercedes subito fuori con gomme SuperSoft,  come nel primo stint. La prima eliminazione della Q2 è eccellente: va subito fuori Dani Kvyat che per la seconda qualifica di fila, ha patito questo nuovo format. "Siamo veramente lenti" dice sconsolato. "Non abbiamo molta velocità. Non avremmo potuto fare di più. Non so però quale sia il problema…". Seguono via via Button, Gutierrez e Vandoorne, che può comunque essere soddisfatto del dodicesimo tempo al suo debutto assoluto in Formula 1 avendo avuto praticamente solo una notte e il tempo del viaggio in aereo dal Giappone per studiare tutte le funzionalità del volante, i pulsanti e i regolamenti. Il belga si prende anche la soddisfazione di partire davanti al compagno di squadra, il pilota che su questo circuito ha più esperienza di tutti i 22 iscritti al Mondiale. I passi avanti della McLaren, insomma, continuano. E i malumori di Alonso, costretto solo a guardare, crescono.

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