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GP Canada: Hamilton da record, ma in gara la Ferrari può sognare

Il britannico è il primo a scendere sotto l’1’12 a Montreal. Vettel perde troppo nel secondo settore. La pole però garantisce la vittoria solo nel 38% dei casi. E nel passo gara, le Ferrari sono più costanti. Red Bull senza guizzi, Male le McLaren. Delude Stroll.
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Un giro sensazionale. Hamilton è il primo pilota di sempre a scendere sotto l'1:12 a Montreal.  Chiude in 1.11.459, migliora di quasi un secondo e mezzo la sua pole dell'anno scorso e centra la sesta pole in Canada. Raggiunge così Senna a quota 65 in carriera e avvicina le 68 di Schumacher, recordman di ogni epoca. Vettel è secondo per tre decimi. Su questo circuito, però, la pole conta meno che in qualsiasi altro tracciato in calendario: partire davanti, infatti, ha garantito la vittoria solo nel 38% dei casi.Raikkonen, più in ombra, è quarto dietro anche a Bottas, staccato di mezzo secondo dal compagno di squadra. La Red Bull non dà mai l'idea di poter contrastare i due top team: Ricciardo finisce sesto, battuto anche anche da Verstappen. Massa, settimo, precede Perez e Ocon: bel segno di continuità per le Force India che, con il nuovo t-wing, porta due piloti in top-10 per la terza volta in stagione. Hulkenberg chiude l'elenco dei primi dieci, che partiranno tutti con le Ultrasoft.

Qualifica da dimenticare, invece, per Wehrlein, ultimo, e per Stroll, solo diciassettesimo a 8 decimi da Massa nella sua prima qualifica in casa, bloccato anche da una doppia bandiera gialla alla prima curva nell'ultimo giro lanciato.

Ferrari, in gara si può sognare

Per soli quattro millesimi, dunque, la Ferrari continua l'attesa per una pole che a Montreal manca dal 2001. Vettel, nonostante inizi con le Supersoft, in teoria meno performanti delle Ultrasoft usate da tutti gli altri piloti, fa segnare la velocità più alta nel primo tratto in Q1. Perde però il controllo della vettura ma controlla il sovrasterzo alla curva 3 in Q2 e amministra il vantaggio risparmiando come Raikkonen un treno di gomme per la gara. In Q3, poi, il tedesco paga un piccolo errore in frenata al tornante nel primo giro lanciato

La SF70H ha dimostrato comunque di essere la monoposto più bilanciata nei long run in configurazione da gara, riesce ad adattarsi meglio delle altre alla pista e a fare entrare nella giusta finestra di temperatura gli pneumatici su entrambi gli assi. Un punto di svolta determinante su un circuito "stop and go" come Montreal. Le gomme, infatti, tendono a perdere aderenza se la temperatura scivola sotto o sopra la finestra di utilizzo (le medie, le supersoft e le ultrasoft mantengono il rendimento migliore fra gli 85 e i 120 gradi, le hard e le soft fra 110 e 145).  "Mantenere una gomma all’interno della finestra di utilizzo dipende da vari fattori – spiegava Mario Isola a Autosprint -, Sono determinanti il layout della monoposto e in particolare l’aerodinamica e la geometria delle sospensioni", il set up e lo stile di guida del pilota, oltre alle caratteristiche dei circuiti e dell'asfalto. "Inoltre quando la gomma si consuma, tende a uscire dalla finestra di utilizzo. Questo perché consumandosi, perde materiale e si raffredda".

Rivincita Mercedes

L'asfalto più caldo aiuta Hamilton e Bottas che, a parità di gomme, staccano le Ferrari di un paio di decimi in Q2. Il britannico non mostra la confusione nel gestire le gomme anteriori, le più delicate perché al posteriore la trazione del motore aiuta a mantenere la temperatura, mostrata a Sochi e Montecarlo. "E' stato definitivamente un vantaggio per la Ferrari avere Vettel nei test con la Pirelli" ha detto Toto Wolff, che si è pentito di aver mandato solo l'allora rookie Pascal Wehrlein per non distrarre Hamilton e Rosberg dalla lotta per il titolo.

Il team di Woking ha introdotto in Canada sulla W08 un'ala anteriore con una minore resistenza all'avanzamento già sperimentata nei test di Barcellona e riproposto il profilo a cucchiaio al posteriore. Una strategia opposta rispetto alla scorsa stagione, quando le Frecce d'Argento a Montreal puntarono a sorpresa sull'efficienza in curva. Una scelta a sorpresa che portò Hamilton in pole con 62 millesimi di vantaggio su Rosberg e a trionfare davanti a Vettel per cinque secondi.

Red Bull ancora indietro

Nonostante le molte innovazioni sulla RB13, le prestazioni della Red Bull non migliorano. La versione "riveduta e corretta" sarà forse introdotta a Budapest, o più probabilmente mantenuta a questo punto per la prossima stagione. Le prestazioni intanto non migliorano. Ricciardo, che nelle libere aveva montato un'ala anteriore nuova con flap aggiuntivi meno carichi e un soffiaggio verticale nella paratia laterale, e Verstappen lamentano poca stabilità al posteriore e problemi in frenata.

McLaren, fallimento annunciato

Alonso è stato chiaro, "se non riusciremo a vincere entro settembre o giù di lì lascerò la McLaren". Un ultimatum per una squadra sempre più insoddisfatta del legame con Honda. Wolff ha annunciato il suo no a una partnership con Mercedes, e in questo limbo l'asturiano è costretto a galleggiare. L'esperienza in Indy 500 sembra averlo rigenerato, il suo tentativo in Q1 è distante appena più di un secondo dalle Ferrari. Ma in Q2 accusa meno potenza. Svanisce così anche quel piccolo effimero sorriso per il team che comunque continua a presentare soluzioni tecniche e aerodinamiche interessanti, come la protuberanza in carbonio ai lati dell'estrattore posteriore, provata brevemente a Montecarlo, per orientare e ripulire la scia. Nonostante la soddisfazione ostentata ieri, continua invece l'involuzione di Vandoorne, una delle grandi delusioni della stagione, che sfiora le barriere alla curva 7 e non supera il taglio in Q1. Il futuro è sempre più scuro.

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