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Gp Ungheria, vince lo spirito Ferrari

Raikkonen rimane scudiero fedele di Vettel, nonostante fosse più veloce. Hamilton all’ultimo giro restituisce il terzo posto a Bottas. La lotta al titolo passa anche per le gerarchie interne.
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Una doppietta che vale… doppio. Vince Vettel, vince la Ferrari tutta, trionfa lo spirito che Arrivabene prova a costruire e alimentare da un paio di stagioni. Il volante tradisce il tedesco, che guida con lo sterzo inclinato sui rettilinei e evita i cordoli per non pregiudicare ulteriormente il bilanciamento della vettura. Vince graziea Raikkonen, che gli copre le spalle comd il miglior Barrichello con Schumacher.

Era il più veloce, ma già dalla prima curva non ha attaccato il tedesco. Ha sottolineato più volte ai box la situazione in pista ma senza mai chiedere al team di lasciarlo passare davanti a Vettel. "Non corro per arrivare secondo ma la squadra viene prima di tutto" ha detto il finlandese. Una posizione che va oltre la dichiarazione di routine. C'è tutto lo spirito che ha reso geande la Ferrari del Drake. E di sicuro sarebbe piaciuta a Enzo Ferrari che provò proprio con un argomento simile a consolare, invano, Villeneuve dopo lo sgarbo di Pironi a Monza. "In fondo, ha pur sempre vinto una Ferrari" gli disse al termine di quella che rimane la sua ultima gara prima della morte.

Oggi come allora, è la Ferrari che conta. Perché i piloti passano e il team resta. Perché,  con meno poesia, è dal Mondiale costruttori che dipendono i finanziamenti alle squadre. "Kimi è l'ultimo campione del mondo nella storia della Ferrari e solo un campione come lui poteva difendere il compagno di squadra come ha fatto. Senza trucchi e senza inganni" ha detto Arrivabene.

Ha trionfato la Ferrari tutta, ha vinto un team che ha trasformato la vettura tra venerdì e sabato. La SF70H, apparsa nervosa in ingresso di curva nelle prove libere, in qualifica vola. Vettel e Raikkonen guadagnano un mezzo secondo tra Q2 e la Q3 e mantengono un ritmo costante e insostenibile anche per le Frecce d'Argento.

Vettel ridisegna in suo favore la classifica mondiale anche grazie all'ordine, questo meno comprensibile, della Mercedes che di fatto porta Hamilton a perdere sette secondi per restituire alla penultima curva la posizione a Bottas, che lo aveva lasciato libero di attaccare le Ferrari dopo il pit stop.

"E' questo lo spirito che ci fa vincere da tre anni" spiega un diplomatico Toto Wolff che però era apparso sul momento più nervoso. "Sono contento di averlo fatto" commenta Hamilton, "ma spero che il Mondiale fra me e Vettel non si decida per questi tre punti". Due lottatori, Hamilton e Vettel, con due scudieri da oggi ancora più fedeli. Una certezza che vale doppio.

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