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Guida autonoma, gli automobilisti italiani dicono no: meno di uno su due è favorevole

Stando ai dati dello studio “Auto-Matica” realizzato dalla Fondazione ACI Filippo Caracciolo, solo il 48% sarebbe disposto a testare una vettura a guida autonoma mentre il 25% dei guidatori del Belpaese non ci salirebbe per nessun motivo.
A cura di Matteo Vana
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Auto a guida autonoma
Il futuro dell'auto sta nella guida autonoma.

La guida autonoma rappresenta il futuro dell'automobile: tanti i colossi tecnologici che si stanno lanciando nella sfida di creare vetture in grado di muoversi da sole, senza l'ausilio del pilota. Una vera e propria rivoluzione che, secondo le previsioni più ottimistiche, potrebbe diventare realtà a partire dal 2020, ma alla quale gli italiani non sembrano essere ancora pronti.

Stando ai dati emersi dallo studio "Auto-Matica" realizzato dalla Fondazione ACI Filippo Caracciolo, gli autombilisti del Belpaese preferiscono ancora le auto classiche: solo il 48% di loro, infatti, sarebbe disposto a testare un veicolo a guida autonoma mentre il 25% – 1 su 4 – non salirebbe mai su un'auto che non può controllare direttamente. Un quadro desolante per i fautori della tecnologia applicata alle auto nonostante lo studio in questione ponga l'accento su alcune migliorie che l'avvento della guida autonoma potrebbe portare come l'abbattimento dei consumi del 10%, un dato che su scala mondiale potrebbe fare la differenza, o far risparmiare 50 miliardi di euro di carburante. Automobilisti italiani che, oltre a non credere nella tecnologia, sono anche scettici sulla data di lancio: a forza di proclami, infatti, i guidatori non credono sia possibile l'avvento delle vetture che si guidano da sole prima del 2030 mentre i più pessimisti indicano l'anno 2050 come quello giusto per la diffusione.

Damiani: "L'auto a guida autonoma è una sfida da vincere"

Le auto del futuro non sembrano, almeno per ora, far breccia nel cuore degli italiani, ancora legati alle auto in cui è il pilota a fare la differenza. Proprio per questo l'Aci ha sollecitato la creazione di osservatorio sulle trasformazioni della mobilità e due piattaforme nazionali, una per la gestione dei dati generati dalle auto e l'altra per il monitoraggio dell’incidentalità e delle infrazioni dei veicoli di nuova generazione. "L'auto a guida autonoma è una sfida che dobbiamo vincere senza farci trovare impreparati: il mondo già si muove, ma in Italia manca ancora un quadro preciso di regole per orientare e stimolare investimenti e progetti, tenendo conto anche della delicata fase di transizione con veicoli "umani" e "robot" a condividere le strade. Vanno poi sciolti i nodi su sicurezza stradale, adeguamento infrastrutturale, responsabilità civile e penale in caso di infrazioni ed incidenti, questioni assicurative, rischi di hackeraggio e privacy" ha dichiarato il presidente, Angelo Sticchi Damiani. La guida autonoma potrebbe presto diventare realtà, ma la diffusione in Italia si annuncia più difficoltosa del previsto.

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