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Hamilton: “Mi hanno rubato l’infanzia, mai avuto divertimenti”

L’inglese della Mercedes: “Sono stato privato della possibilità di diventare grande in modo naturale, dovevo pensare solo alle gare”. Poi sul suo stile di vita: “Non sono certo meno concentrato di qualsiasi altro collega, solo ci gestiamo in maniera diversa” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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Lewis Hamilton - Getty Images
Lewis Hamilton – Getty Images

Lewis Hamilton è uno degli sportivi più famosi – e proprio per questo più pagati – al mondo. Tre titoli mondiali all'attivo e un duello con Sebastian Vettel per il quarto che sta entusiasmando tutti gli appassionati di motori, ma la vita dell'inglese non è sempre stata rose e fiori. Destino comune a molti sportivi che, proprio per raggiungere il successo tanto bramato, hanno dovuto compiere scelte dolorose e rinunce non sempre facili.

A raccontarlo è stato lo stesso Lewis Hamilton in una intervista concessa alla versione australiana del magazine Men’s Health. Un'infanzia la sua divisa tra corse e continui allenamenti, spinto soprattutto dal padre Anthony che ha cercato di portarlo in ogni modo al successo che ha oggi.

Sono stato privato della possibilità di diventare grande in modo naturale – ha raccontato il pilota della Mercedes -. Non potevo mai uscire con gli amici. Dovevo invece gareggiare, lavorare, dimostrarmi sempre serio. Quando si diventa piloti di F1 occorre essere professionali al 100% e costantemente in forma. Tra l’altro prepararsi fisicamente è piuttosto noioso. Insomma non si può fare nient'altro che vivere e respirare le corse. Nessun divertimento, nessun sorriso.

Una vita in stile Hollywood

Pensieri che lo accomunano a Nico Rosberg, il suo ex compagno di squadra e rivale che qualche tempo fa aveva definito i piloti come "criceti" che non possono dedicarsi ad altro se non a girare in tondo sulle piste. Ora che è un pilota affermato, però, l'inglese si concede molto tempo per i propri divertimenti tanto da essere stato accusato di non dare il giusto spazio alla Formula 1 – tanto da essere soprannominato "Hollywood" a causa del suo modo di fare e del suo stile di vita – e di aver perso il mondiale della scorsa stagione a causa delle serate a cui non rinuncia neanche alla vigilia delle corse.

Non sono certo meno concentrato di qualsiasi altro collega. Ci gestiamo solo in maniera diversa. Loro finiti i GP tornano a casa e non vengono fotografati agli eventi – ha concluso -. Io mi alleno come loro, se non di più, soltanto che mi piacere fare anche altro. Potrei fermarmi visto che ho raggiunto più di quanto potessi sperare, ma ancora fame, ho tantissima energia da utilizzare. Faccio palestra, viaggio, studio musica, moda e leggo molto. In sintesi voglio sperimentare più cose possibili. Se mi si presenta la chance di stare in studio di registrazione con Jay Z o Pharrell, la colgo al volo. Adoro essere attorniato dalla grandezza.

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