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Il carburante ad urina presentato in Sardegna promette miracoli

AdBlue è il composto derivato in parte dall’urina e già commercializzato per diversi mezzi di trasporto. Ora nasce una versione elaborata in Italia e che può essere usata anche per gli elettrodomestici.
A cura di Redazione Motori
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Per quanto possa apparire bizzarra, l'idea di far muovere un'automobile con l'urina non è molto recente. L'argomento ebbe il suo momento di notorietà quando, oltre due anni fa, ne parlò Luciana Litizzetto durante una puntata di Che tempo che fa. In quell'occasione la comica piemontese parlava di AdBlue, una composto che per il 32,5% conteneva una soluzione urea e che era testato dalla Volkswagen. Un'idea così rivoluzionaria, tuttavia, necessita di tempo per poter essere applicata e commercilizzata. Appare quindi positiva la presentazione di una simile proposta verde durante un convegno-mostra ad Alghero di Legambiente. Dalla città sarda ha parlato Franco Lisci, imprenditora la cui azienda rientra nel polo La Casa Verde CO2.0, e che ha creato il combustibile a base di urina.

Questa volta, però, l'urina non serve solo alle auto, ma anche agli elettrodomestici, candidandosi in questo modo a integrare l'uso tanto di combustibili classici, quanto dell'elettricità domestica. Come spiega l'imprenditore sardo, "si tratta di una energia ricavata da se stessi, pulita, senza impiego di petrolchimici, biomasse, senza produrre gas di alcun tipo e considerate le minime dimensioni dell'impianto, senza consumo di suolo. L'energia prodotta dall'impianto a urina è adatta non solo per i consumi domestici ma anche per i motori di automobili, camion e barche che potrebbero usare il 100% di urina pura al posto della benzina e di altri carburanti. Tuttavia per lo Stato italiano questo uso è illegale, mentre è consentito l'uso di additivi. Abbiamo quindi realizzato dei trasformatori che consentono di usare nel motore delle automobili l'urina come additivo"

Il nuovo prodotto supera alcuni problemi tecnici che in passato ne rendevano difficile la realizzazione e la commercializzazione. Uno di questi limiti, ad esempio, è stato risolto in maniera quantomai tradizionale creando un filtro con pura lana di pecora sarda. Ha spiegato Lisci che il combustibile ad urina, così come prodotto dalla sua azienda, non crea condensa e non risulta dunque dannoso per il motore, "tuttavia per lo Stato italiano questo uso è illegale, mentre è consentito l'uso di additivi. Abbiamo quindi realizzato dei trasformatori che consentono di usare nel motore delle automobili l'urina come additivo".

Il risparmio, secondo Lisci, non ha eguali: "su un'auto a benzina c'è un risparmio del 35%, su un'auto a gasolio del 60%, su auto a gas dell'80%. Un'imbarcazione o un peschereccio possono così risparmiare fino al 65% di gasolio". Ma le sorprese non finisco qui, perché l'auto ad urina non solo sarebbe più efficiente, ma non produrrebbe nemmeno scarti, dal momento che "alla fine del processo – racconta Daniela Ducato, coordinatrice di Casa Verde C02.0 – l'urina si trasforma in acqua di pozzo, acqua ricca di sostanze utili a nutrire la terra".

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