1 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il papà di Jules Bianchi: “Voglio giustizia, la colpa non fu sua”

Philippe Bianchi a due anni dallo schianto che causò la morte del giovane pilota non ci sta e dichiara: “Per me e per mia moglie è inaudito sentire gente che attribuisce a Jules la responsabilità di quell’incidente”.
A cura di Matteo Vana
1 CONDIVISIONI

Sono passati due anni dalla scomparsa di Jules Bianchi, ma la ferita è ancora aperta. Era il 17 luglio quando, in seguito alle gravissime lesioni celebrali causate dal violento impatto avvenuto contro un trattore – a bordo pista per rimuovere la Sauber di Adrian Sutil – durante il Gran Premio del Giappone disputato il 5 ottobre 2014, il giovane pilota francese perse la vita.

Immagine

"Voglio proteggere la memoria di mio figlio"

Una tragedia che ancora oggi non è stata chiarita del tutto. L'indagine aperta dalla Fia finì per stabilire che la colpa fu proprio di Bianchi; la famiglia del giovane transalpino, allora, decise di intraprendere un'azione legale  nei confronti di tutte le parti coinvolte: il dolore, però, è sempre vivo, come ricorda il padre, Philippe Bianchi, ai microfoni della CNN.

"Ho perso la persona più importante della mia vita e non ho più nulla da perdere. Voglio continuare a proteggere la memoria di mio figlio. Per me e per mia moglie è inaudito sentire gente che attribuisce a Jules la responsabilità di quell'incidente".

"Voglio solo che venga fatta giustizia per Jules. Il crash che ha causato la morte di mio figlio non è un incidente che può avvenire in Formula 1. Può capitare per strada, ma non in una gara di Formual 1″ sono state le sue parole.

Un dolore impossibile da cancellare, la morte di Bianchi ha gettato nello sconforto non solo il padre, ma l'intera famiglia che rivolge un appello affinché la sicurezza dei piloti in pista diventi la priorità per la direzione gara.

"Certo, la Formula 1 deve essere più spettacolare. Ma non più pericolosa, sarebbe veramente da stupidi pensare una cosa del genere. Bisogna progredire nella sicurezza, non dobbiamo più piangere morti".

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views