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Il ricordo di Romboni: con Biaggi e Capirossi negli splendidi anni ‘90

Doriano Romboni è nel cuore di tutti: il talento e la passione di un pilota protagonista con Max Biaggi e Loris Capirossi di un’era del motociclismo mondiale.
A cura di v.a.
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Quello di Romboni è un lutto profondo che getta il mondo delle due ruote nello sconcerto. Lo si avverte dalle reazioni, dai tantissimi commenti a un terribile destino. Da chi l’ha avuto avversario in pista in un decennio di battaglie a chi Romboni lo conosceva per le rivalità con Loris Capirossi e Max Biaggi nei splendidi anni ’90 tra la 125 e il quarto di litro. Anni in cui i piloti italiani erano lì davanti a battagliare e pronti alla conquista della classe 500 che brillava con leggende come Wayne Rainey, Mick Doohan e Kevin Schwantz. Un piccolo vivaio italiano che avrebbe dettato legge in un’epoca in cui Rossi non era ancora arrivato.

Ciao Romboni. Difficile accettare che per Doriano Romboni oggi sia diventato un “fu”, stretto nella morsa di una follia chiamata correre. Un dramma che lascia tre figli e una moglie nell’immediato presente, un tempo lontano da quegli anni nel motociclismo mondiale. Un presente difficile da accettare per tutti, anche per chi in pista ha condiviso con Romboni la bagarre degli anni novanta.

Esordi con Capirossi. All’esordio in 125 Doriano è in sella alla Honda che lo porta a spasso nell’anno di debutto nel mondiale, il 1989. Esordio di studio per poi, l’anno successivo, chiudere con il quarto posto in classifica nell’anno del debuttante Loris Capirossi, Campione del Mondo al primo titolo in classe 125. Quel Loris Capirossi, precoce come un Marquez di oggi, che Doriano avrebbe aiutato a tutti i costi in nome di quella “Santa Allenza”.

Nel trio delle meraviglie. Romboni passa in 250 con tra i big del motomondiale dal 1991. Primi due anni per fare esperienza tra tante moto al via, con Luca Cadalora sempre lì davanti. Poi le prime vittorie e una stagione chiusa al quinto posto, nel 1993, in Austria davanti a Loris Capirossi ed Helmut Bradl, padre di Stefan. E poi subito, la tappa successiva, stesso podio in Germania a conferma di un ottimo stato di forma e una grande confidenza con la sua Honda. Anni in cui si correva tutti con la stessa moto, in un trio delle meraviglie tutto italiano, in cui Doriano era un po’ lo “sfortunato” del gruppo, con qualche errore di troppo a fargli perdere risultati che erano alla sua portata.

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Doriano Romboni vince il GP degli Stati Uniti, Laguna Seca, 1994

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Loris Capirossi, Max Biaggi e Doriano Romboni sul podio del GP di Francia, 1994

Il primo incidente. Romboni prova l’asfalto per la prima volta più seriamente ad Assen nel 1993. Per il pilota ligure una frattura alla gamba destra che lo porta ad uno stop di quattro gare che vide sfumare le speranze di titolo mondiale, quell'anno di Tetsuya Harada. La caduta compromise le condizioni fisiche di Doriano fino alla stagione successiva che il pilota ligure chiuse con il miglior risultato in carriera, quarto in classifica piloti nel 1994, anno in cui Max Biaggi vinse il suo primo titolo in 250. Il talento di Doriano si fa notare anche a Laguna Seca nello storico traguardo dove festeggia dal gradino più alto del podio con Max Biaggi e Tetsuya Harada. Doriano è con i top rider della prima metà degli anni ‘90.

Un decennio di battaglie. Una solida lotta con Max Biaggi e Loris Capirossi in 250 fino al 1995, anno in cui passa alla Honda Agostini e chiude col la nona piazza il campionato. Così Doriano passa in 500 ma con poca fortuna, quindi nel 1999 approda alla Superbike, a completamento della carriera del pilota. Proprio in Superbike il secondo grave infortunio sempre alla gamba destra, quella già infortunata ad Assen nel 1993, Per il pilota ligure poche gare negli anni successivi fino al ritiro nel 2004. Da lì la vita di Doriano Romboni resta legata alla FIM, al mondo delle corse, fino allo scorso anno, quando diventa direttore sportivo nelle derivate di serie con il team Puccetti Kawasaki.

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Max Biaggi, Doriano Romboni e Loris Capirossi, GP di Barcellona, 1994

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Doriano Romboni vince il GP del Brasile, 1995

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Doriano Romboni sul gradino più alto del podio, GP del Brasile, 1995

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Oggi il dramma di una fatalità durante l’evento in memoria di Simoncelli ci toglie il respiro. Il nome di uno dei figli del vivaio italiano che ha riportato il mondiale a parlare la nostra lingua ci fa piangere ancora, in un anno terribile per le moto e per gli sport motoristici. Si torna nuovamente a riflettere così sulla sicurezza in pista con uno sguardo severo verso il tracciato di kart di Latina. Una fatalità accaduta durante le prove libere, in un evento vissuto con lo spirito di divertirsi insieme, giovani piloti e vecchi campioni con una grande sgasata finale, come sarebbe piaciuto a Marco Simoncelli, e come sarebbe piaciuto a Doriano che con i giovani talenti avrebbe dovuto cominciare dal prossimo anno con il team Italia. Considerazioni tristi prima dell’ultimo saluto a Romboni. Addio Doriano.

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