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Immenso Cairoli: ottava meraviglia del mondo

Tony Cairoli conquista l’ottavo titolo iridato e si conferma leggenda del motocross.
A cura di Fabrizio Carrubba
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Un titolo mondiale lo puoi vincere per caso o per fortuna. Vincerne un secondo significa che hai del talento. Ripetersi ulteriormente ti consacra campione. Ma la storia di Antonio Cairoli, classe 1985, insegna che per arrivare a conquistare l’ottavo mondiale devi essere un pilota speciale, un fuoriclasse. Cairoli vince e piega gli avversari, salendo in cattedra e dando lezioni di uno sport duro per uomini duri. Vince nonostante la ridotta cilindrata della sua KTM 350, che nella sapienti mani di un campione del suo calibro tiene il passo degli avversari sulle 450 cc. Vince e tiene alto l’onore di un’Italia che nelle altre categorie del motociclismo negli ultimi anni fatica a tornare ai vertici. Antonio Cairoli firma l’ottavo sigillo di una straordinaria carriera che sembra ancora lontana dall’essere in declino, nonostante avversari di tutto rispetto che hanno saputo regalare un grande spettacolo in questa stagione del Mondiale Cross classe MXGP.

Da Patti, Sicilia, all’Olimpo del cross – La storia di Tony Cairoli è di quelle pure, quelle che puoi trovare ancora in un sport fatto di sacrifici come lo è il motocross, nonostante adesso ci siano i grandi sponsor e i grossi team. Antonio parte da Patti, provincia di Messina, da una famiglia che i motori li conoscono solo per la passione di papà Benedetto. Tony viene messo su una minicross all’età di tre anni e mezzo e da allora non è più sceso. Difficile emergere in una regione come la Sicilia, dove puoi confrontarti solo nel campionato regionale, se alle spalle non hai un budget per spostarsi a correre nel continente. E la famiglia Cairoli qualche difficoltà per supportare la carriera del figlio la deve affrontare. Per fortuna arrivano i risultati e a 14 anni Tony si trasferisce solo a Padova sotto la guida di Paolo Martin. Ci vorranno altri sei anni di dura gavetta e l’incontro con Claudio De Carli per arrivare al primo titolo in sella alla Yamaha YZ250F nel 2005. Il resto è storia recente con gli otto titoli vinti: il secondo nella MX2 nel 2007 e la fantastica serie ininterrotta che dal 2009 ad oggi ha portato Antonio Cairoli sull’Olimpo dei grandi del cross. Ora Tony non può far altro che puntare alla vetta, raggiungere il re, Stefan Everts, che lo precede con dieci titoli iridati.

Una stagione per niente facile – Un titolo che sigilla un campionato per niente facile, in cui Cairoli ha dovuto affrontare e battere avversari tosti e di tutto rispetto, come Clement Desalle e Jeremy Van Horebeek. La scuola belga ha provato a giocare tutte le carte a sua disposizione per mettere i bastoni tra le ruote del siciliano volante, ma entrambi i piloti hanno dovuto alzare bandiera bianca a fronte del ritmo assurdo imposto dal pilota KTM. Desalle insegue e tiene testa a Cairoli, ma un infortunio nel GP di Svezia segna la prima battuta d’arresto per il forte pilota Suzuki, costretto a saltare il successivo GP di Finlandia. Desalle prova a rientrare in Repubblica Ceca ma un nuovo infortunio sancisce la fine del campionato. Ci prova allora Van Horebeek, che però spreca l’occasione nel GP di casa, quando nel tentativo di tenere il ritmo infernale di Cairoli sbaglia e si infortuna al viso, vanificando ogni tentativo di recupero.

Cairoli, velocità, fango e gloria – Il tatuaggio sulla schiena di Cairoli sintetizza bene quello che è il motocross. Aggiungiamo anche fatica e dolore ed il quadro è perfetto. Nella stagione dell’ottavo titolo non dimentichiamo i piccoli o grandi incidenti che hanno colpito Tony nella corsa al mondiale, come la caviglia infortunata in apertura di stagione negli Internazionali d’Italia a Montevarchi oppure il grande dolore per la perdita del papà Benedetto, scomparso a maggio. Una vita spesa per portare Tony tra i grandi del motocross. Un titolo che per certi versi merita anche lui.

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