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Incidenti in calo, meno morti sulle strade italiane (-9,8%)

Secondo i dati dell’ultimo rapporto Aci-Istat lo scorso anno si sono “risparmiate” 368 vite rispetto al 2012.
A cura di v.a.
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Incidenti in calo in Italia con una consistente riduzione del numero delle vittime della strada: secondo i dati del rapporto Aci-Istat, nel 2013 si sono registrati 181.227 sinistri con lesioni gravi a persone (-3,7% rispetto al 2012) che hanno causato 3.385 morti (-9,8%) e 257.421 feriti (-3,5%). Ogni giorno sulle strade italiane in media 9 persone perdono la vita e 705 restano ferite: a pesare sul dato complessivo il tragico incidente avvenuto nel luglio scorso sull’A16 che ha coinvolto un bus turistico nel quale sono morte 40 persone.

L’Italia supera ancora la media europea

Nonostante la maggiore consapevolezza alla guida nel 2013 abbia permesso di risparmiare 368 vite umane, quasi il 10% in meno rispetto al 2012, con il rapporto 56,2 morti per incidente ogni milione di abitanti l’Italia supera la media europea (51,4): in tal senso l’Ue ha imposto la riduzione del 50% delle vittime entro il 2020 rispetto ai valori del 2010 e verso il raggiungimento di questo obiettivo l’Italia si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-17,7 nel triennio 2010-2013). “Le novità del Codice annunciate dal Parlamento, alle quali ACI ha contribuito fattivamente, potranno accelerare i miglioramenti permettendo al nostro Paese il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Unione Europa” spiega il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani. “L’Automobile Club d’Italia insiste con la campagna internazionale MY WORLD dando voce su www.aci.it agli automobilisti che sollecitano l’ONU e gli Stati mondiali ad adottare provvedimenti concreti per trasporti e strade migliori”.

Più sicurezza in città, distrazione sulle extraurbane

Rispetto al 2012, sulle strade urbane si registra un calo degli incidenti (4,4%), dei morti (11,3%) e dei feriti (4,2%). Tuttavia in città si concentrano il 75% degli incidenti e il 42% dei morti, Tra i Comuni a più alto indice di mortalità ci sono Napoli (1,69 morti ogni 100 incidenti), Catania (1,57), Trieste (1,43) e Torino (1,31), che registrano tassi decisamente più alti rispetto alla media nei grandi Comuni di 0,71 decessi. In ambito extraurbano la distrazione si conferma la prima causa di incidente (20,4%), seguita dalla velocità troppo elevata (17,5%) e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza (13,1%). In città, invece, è l’inosservanza di semafori e regole di precedenza a causare il maggior numero di sinistri (19,1%), seguita dalla distrazione (15,6%) e dalla velocità elevata (9,5%).

Sulle due ruote i miglioramenti più netti

Risultati particolarmente rilevanti si sono registrati per alcune categorie di utenti, come i ciclisti (-14% morti in meno rispetto al 2013) e i motociclisti (-14,5%). Tra i conducenti, le fasce di età più a rischio sono quelle dei giovani, in particolare quelli di età compresa tra i 20 e 24 anni (219 vittime) e quella degli adulti tra 40 e 44 anni (215 vittime). Tra i pedoni diminuiscono le vittime del 4,7%, ma aumentano i feriti dell’1,6%: le fasce che registrano un crescita del numero dei decessi per investimento sono quelle tra i 80-84 anni di età e tra i 90-94 anni. Vittime in aumento anche tra giovani nella fascia di età compresa tra i 15-29 anni e i bambini da 0 a 4 anni.

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