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Inquinamento acustico, a rischio anche gli uccelli

Il rumore causato dal traffico spinge gli uccelli a un canto più breve ed acuto oltre a mettere a rischio la specie come dimostrano i risultati della George Mason University di Washington.
A cura di Valeria Aiello
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Contopus virens / Wikipedia
Contopus virens / Wikipedia

Il rumore del traffico non crea solo una serie di problemi alle persone ma cambia anche il comportamento degli uccelli che vivono nelle città. Secondo uno studio recentemente pubblicato da Katherine Gentry della George Mason University in Virginia, negli Usa, sulla rivista scientifica Bioacusics, e riportato tra gli altri anche da Forbes, il rumore del traffico influirebbe sulla capacità dei pennuti di attirare compagni e difendere il proprio territorio da rivali. Il rumore del traffico è tipicamente un suono a bassa frequenza ma può interferire e mascherare i suoni ad alta frequenza, in particolare alcuni tipi di melodie. La maggior parte degli uccelli risponde a questo cambiando frequenza e durata della melodia in modo che risulti più facile da ascoltare. Questa capacità di variare la melodia in risposta ai suoni ambientali è definita come flessibilità acustica ed è particolarmente associata ai passeri di città.

Per condurre questa ricerca, il dott Gentry e il suo team di colleghi si sono concentrati su un piccolo uccello americano, il piui di bosco orientale, conosciuto con il nome scientifico di Contopus virens. Il dott. Gentry e il suo team hanno registrato i loro canti in alcuni parchi dell’area metropolitana di Washington, in siti in cui il traffico è stato costante oppure è stato ridotto su base settimanale, misurando e analizzato la larghezza della banda, la durata e la frequenza massima e minima del canto, così come il rumore di fondo entro i 20 secondi dall’inizio della melodia e il livello generale a tutto spettro. “Abbiamo scoperto che i piui di bosco orientali modificano le loro melodie per ottimizzare la trasmissione acustica a seconda dei livelli di rumore del traffico” ha spiegato il dott. Gentry.

All’aumentare dei livelli di traffico, le melodie erano più brevi, con una frequenza inferiore, mentre durante le temporanee chiusure al traffico, le melodie erano più naturali e di durata più lunga. L’alterazione della melodia potrebbe essere relata a una minore probabilità di generare una risposta da parte degli uccelli vicini e questo andrebbe ad influire sull’efficacia di queste melodie nell’attirare un compagno o difendere il territorio. Ma, osservano gli autori dello studio, mentre durante le temporanee chiusure del traffico gli uccelli avrebbero rapidamente sfruttato la possibilità di replicare, confezionando melodie ad hoc. “I risultati confermano che dalle misure temporanee di riduzione dell’inquinamento acustico, come lo sono i blocchi della circolazione del fine settimana, la fauna selvatica può trarre benefici, oltre a costituire un’opzione fattibile e efficace per gestire il rumore del traffico” senza dimenticare che dalla chiusura temporanea delle strade beneficerebbero anche le persone che vivono nelle vicinanze.

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