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Irvine: “Marchionne proviene dalla finanza, la Formula 1 è un’altra cosa”

L’ex pilota difende la Ferrari e Maurizio Arrivabene: “Sopporta una pressione incredibile perché Marchionne vuole molto e subito. La Rossa? Vogliono costruire una squadra italiana: se non ci riusciranno, almeno ci avranno provato” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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Eddie Irvine - Michael Cooper /Allsport
Eddie Irvine – Michael Cooper /Allsport

Una stagione al di sotto delle attese quella vissuta dalla Ferrari. L'anno passato e i proclami di inizio stagione sembravano annunciare una lotta ad armi pari con la Mercedes, ma purtroppo la Rossa non è mai riuscita ad essere veramente vicina alle Frecce d'Argento e la possibilità di perdere anche il secondo posto nel campionato costruttori ora si fa sempre più concreta.

Una situazione difficile da risolvere che a Maranello hanno cercato di sistemare facendo tabula rasa: via James Allison e nuovo corso affidato a Mattia Binotto. Una scelta che Eddie Irvine, ex pilota Ferrari che con il Cavallino corse dal 1996 al 1999, condivide:

Mattia è stato uno dei miei ingegneri, è un ragazzo ragionevole, intelligente e metodico. Mi piace molto e sono curioso di vedere quali differenze nei risultati riusciranno ad ottenere.

Il lavoro all'italiana non è l'ideale, la cosa migliore è la miscela di mentalità tedesca e anglosassone. Anche guardando ai tempi in cui Schumacher  vinse tutto  – ricorda il pilota nord irlandese a motorsport.nexgen-auto – c'era un pilota tedesco, un capo tecnico britannico, un designer sudafricano e un team principal francese. Era una Ferrari italiana? Il purista che c'è in me dice di no. Ora vogliono costruire una squadra italiana: se non ci riusciranno, almeno ci avranno provato.

Una situazione da risolvere in fretta, il presidente Marchionne vuole tornare a vincere e vuole farlo in fretta. Proprio questo è uno dei problemi principali della Ferrari secondo Irvine: in Formula 1 c'è bisogno di programmazione e tempo, nessun progetto vincente si è creato in un paio di anni.

Se anche tornasse Jean Todt avrebbe bisogno di 5, 6 o 7 anni per essere di nuovo pronto. La pressione che c'è sul team principal Maurizio Arrivabene è incredibile: uno dei suoi problemi è che il presidente vuole molto e in fretta. Lui proviene dal mondo della finanza e del marketing, il motorsport è un'altra cosa.

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