13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Italiani in Ferrari, gioie e dolori: 5 piloti che hanno lasciato il segno a Maranello

Antonio Giovinazzi, terzo pilota per la stagione 2017, sarà solo l’ultimo dei piloti che hanno tentato la fortuna con la Rossa: prima di lui, però, sono stati tanti quelli che si sono succeduti, ma pochissimi quelli che hanno ottenuto qualche successo.
A cura di Matteo Vana
13 CONDIVISIONI
Giancarlo Fisichella - Photo by Ker Robertson/Getty Images
Giancarlo Fisichella – Photo by Ker Robertson/Getty Images

Ferrari e piloti italiani, un binomio che in Formula 1 ha sempre stentato a decollare. La storia del Cavallino, soprattutto negli anni '50 e '60 è costellata da connazionali che, al volante della Rossa, hanno avuto più o meno fortuna. Poi, con il passare degli anni e lo sviluppo del circus che si è allargato sempre di più, i piloti italiani sono diventati quasi una rarità. Antonio Giovinazzi sarà solo l'ultimo in ordine di tempo a salire sulla vettura di Maranello anche se difficilmente esordirà già nel mondiale 2017. Prima di lui, però, sono stati tanti quelli che si sono succeduti, ma pochissimi quelli che hanno ottenuto qualche successo.

Alberto Ascari

Il primo italiano sulla Ferrari è anche quello che ha ottenuto i maggiori risultati. Figlio d'arte, riesce ad esordire nel 1950 con l'allora emergente Scuderia: quella di Ascari con il Cavallino è una storia d'amore breve ma intensa. Quattro stagioni al volante della Rossa e due mondiali vinti, al quale si aggiunge un secondo posto beffa, arrivato a causa di una gara maledetta in Spagna dove successe di tutto e di più. Il primo titolo arriva nel 1952, ma è quello dell'anno dopo, il 1953, a farlo entrare di diritto nella storia della Formula 1: il suo duello epico con Fangio, l'altro grande pilota di quei tempi, vide l'italiano stravincere. Il destino di Ascari è legato a doppio filo alla Ferrari: con la Rossa trovò la gloria in vita, con lei finì il suo viaggio. Mentre era nella sua casa di Milano, infatti, gli amici Villoresi e Castellotti lo invitarono a Monza dove stavano testando la Ferrari 750 Sport. Ascari esce in abiti civili, saluta la moglie e, una volta giunto all'autodromo, chiede di fare non più di 3 giri di allenamento. Proprio nell'ultimo la macchina sbandò e si capovolse, schiacciando il pilota, che morì sul colpo. Un destino beffardo lo porta via ad appena 37 anni.

Il pilota automobilistico italiano Alberto Ascari - Foto Wikipedia
Il pilota automobilistico italiano Alberto Ascari – Foto Wikipedia

Nino Farina

La storia del piemontese risale all'alba della Formula 1 quando i pionieri di questo sport si sfidavano in folli corsi senza preoccuparsi delle conseguenze. I primi trionfi arrivano con l'Alfa Romeo, il primo campionato mondiale della storia è il suo. Difficile, però, resistere al fascino della Ferrari e così, complice anche l'abbandono dell'Alfa, nel 1952, Farina raggiunge Ascari a Maranello. I due danno vita a una coppia fantastica, capace di vincere sette degli otto Gran Premi disputati. Nella sua esperienza alla guida del Cavallino non arriverà il titolo mondiale, ma ci saranno un 2° e un 3° posto mondiali con una sola vittoria, quella del Gp di Germania arrivata nel 1953, e tanti podi. Le vittorie, a dire il vero, potevano essere due: in occasione del Gran premio di Svizzera, pochi giorni dopo il trionfo tedesco, Farina si trova infatti in testa alla gara; con le Ferrari sicure della tripletta, dai box viene impartito l'ordine di mantenere le posizioni: Farina, Hawthorn e Ascari. Quest'ultimo, però, si ribella superando entrambi e andando a prendersi vittoria e titolo mondiale.

Luigi Musso

Figlio di una famiglia benestante, il romano si appassionò al mondo delle corse grazie ai suoi fratelli più grandi. Il debutto in Formula 1 arriva grazie alla Maserati con la quale riesce a conquistare un buon secondo posto in Spagna, nel 1954, e poi, l'anno successivo, un terzo in Olanda. Per la vittoria, però, serviva la Rossa che puntualmente si offre all'alba della stagione '56: il debutto è da sogno. Insieme al campionissimo Fangio vince il Gran Premio d'Argentina: sembra l'inizio di una favola, ma presto si rivela un incubo. In quella stagione non arriveranno altri risultati degni di nota, solo tanti ritiri. Va meglio l'anno dopo; la vittoria non arriva, ma due secondi posti e un quarto gli valgono la terza piazza nel mondiale piloti. Il 1958 sembra essere l'anno giusto, dopo la seconda gara è in testa al mondiale. Il sogno si interrompe proprio in quella stagione quando la sua auto esce di pista alla celebre Curva del Calvaire del Circuito di Reims.

Michele Alboreto

Il milanese è stato uno dei piloti più amati della Ferrari. Nato da una famiglia di modeste origini, Alboreto rappresenta alla perfezione il personaggio in cui incarnarsi, un giovane pilota che riesce a coronare il sogno di una vita, quello di correre per la scuderia del proprio paese. La prima esperienza in Formula 1 è marchiata Tyrrell, ma ben presto Enzo Ferrari si accorge che in quel ragazzo c'è talento, abbastanza per garantirgli il sedile della Rossa. I buoni risultati nei test invernali non fanno che elevare all'ennesima potenza le aspettative, ma la vittoria arriva solo al terzo appuntamento, in Belgio. Ritiri e guasti caratterizzano il resto della stagione mentre nel 1985 il titolo sembra a portata di mano: il duello con Prost è serrato, ma nelle ultime quattro gare dell'anno arrivarono solo ritiri che consegnarono il titolo al francese. La delusione fu troppo grande, tanto da non permettere più al pilota italiano di avvicinare quei risultati.

Michele Alboreto alla guida della Ferrari
Michele Alboreto alla guida della Ferrari

Giancarlo Fisichella

L'ultimo italiano a salire sulla Rossa è stato il pilota romano. Correva l'anno 2009 e Fisichella fu chiamato per sostituire il connazionale Luca Badoer: la staffetta tricolore, però, non portò fortuna alla Ferrari. All'esordio Fisico – questo il suo soprannome – non va oltre il nono posto al Gran Premio d'Italia. Mai come in questo caso il buongiorno si vede dal mattino: a Singapore si classifica tredicesimo, dodicesimo in Giappone e, partendo dall'ultima posizione, decimo in Brasile e sedicesimo ad Abu Dhabi. In cinque gran premi disputati con il Cavallino non ottiene nessun punto. Un'esperienza, sotto il profilo dei risultati disastrosa, anche se la colpa non può essere imputata tutta a lui. La F60 ha delle difficoltà oggettive e l'impossibilità di effettuare prove libere private lo limita parecchio. Nel 2010 viene retrocesso al ruolo di terzo pilota, dopo essere stato a un passo dalla Sauber.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views