James Hunt, il figlio: “Mio padre fece una maratona di sesso con 35 hostess”
La Formula 1 è sempre stata animata da duelli epici: due personalità spesso opposte che lottano per un unico obiettivo, il titolo di campione del mondo. Fu così anche negli anni '70 quando a scontrarsi in pista si trovarono James Hunt e Nicky Lauda: cura dei dettagli e organizzazione maniacale per l'austriaco, genio e sregolatezza l'inglese che si laureò campione del mondo nel 1976, unico titolo della sua carriera in Formula 1.
Una maratona "particolare"
Quello che sempre appassionato i tifosi è sempre stato il personaggio una volta tolto il casco e sotto questo punto di vista Hunt rappresentava il massimo: libertino, donnaiolo, amante della bella vita condita da qualche vizio di troppo, il pilota britannico incarnava alla perfezione il mito di quegli anni. Un comportamento spesso sopra le righe ma nascosto tanto da portare sulla tuta di gara la scritta "il sesso, la prima colazione dei campioni". A distanza di tanti anni è il figlio Freddie, in occasione della presentazione di un libro che ripercorre tutti i suoi successi, a tirare fuor un aneddoto particolarmente piccante sulla vita del padre.
Mio padre nel 1976 ha fatto una vera e propria maratona di sesso con 35 hostess nell'hotel Hilton di Tokyo, il giorno dopo dovevano imbarcasi in aereo ed erano distrutte. Sono sicuro che mio padre abbia avuto centinaia, anzi migliaia di donne – ha raccontato Freddie – era davvero un bel ragazzo e si è goduto la vita.
Una rivelazione che conferma la fama di sex symbol che Hunt si è conquistato negli anni. L'episodio citato fa seguito a un'altra delle "bravate" commesse dal pilota inglese nella sua carriera: poco prima del Gp del Giappone, infatti, era stato sorpreso a fare sesso in un garage all’aperto mentre era visibilmente ubriaco. Uno stile di vita poco consono ad un atleta: fumava troppo, beveva troppo, fumava erba e qualche volta ha preso anche qualche pillola, ma che non gli ha impedito di laurearsi campione del mondo.