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L’auto elettrica è lenta? Questa andrà a più di 600 km/h

Venturi, piccola casa francese con una grande esperienza nel settore elettrico, detiene il record di velocità di un’auto elettrica. Nonostante ciò quest’anno intende superare se stessa con la VBB-3.
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A cura di Redazione Motori
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L'auto elettrica, il futuro e i limiti di una tecnologia "alternativa". Al centro della sfida della Venturi c'è tutto questo, con l'obiettivo di dimostrare che i limiti dell'auto elettrica non esistono e che, quindi, potrà imporsi in un futuro non così lontano. Con l'obiettivo di sfatare i falsi miti, Venturi ha costruito un'auto che ha percorso la bellezza di 6000 km, dal Kilimangiaro al Delta del fiume Okavango in Botswana, attraversando paesi che, eufemisticamente, non abbondano di colonnine di autoricarica. Da maggio a giugno del 2012 Xavier Chevrin ha guidato una Citroen Berlingo, modificata dalla Venturi, che ha dimostrato che i problemi di autonomia possono essere superati. Ma forse non bastava questa prova e si è voluta quella del 9. Con la stessa Berlingo si è partiti da Parigi e, dopo appena 11.400 km, si è arrivati a Pechino.

Appurata l'autonomia dell'elettrico, bisogna anche provarne la velocità. La Venturi detiene il primato mondiale di velocità di un'auto elettrica con i 495 km/h della sua VBB-2.5 nel 2010. Sta però per arrivare VBB-3, 3000 cv che spingeranno il siluro ad oltre 600 km/h. L'auto sarà sparata a settembre nello Utah. Caratteristica dei numeri è che non finiscono mai, così, dopo i 600 km/h, Venturi vuole raggiungere i 700 nel 2014 e ancora di più nel 2015. Del resto, la sfida di settembre si chiama “Jamais Contente”, ovvero "Mai contenti".

Abbattuti i pregiudizi, si punta alle conferme. L'auto elettrica è ad impatto zero, tanto da poter essere utilizzata anche negli ambienti incontaminati. La Venturi sta progettando un gatto delle nevi da impiegare al Polo Sud, capace di raggiungere i 25 km/h, con autonomia di 20, raddoppiabile grazie alla seconda batteria ricaricata anche da celle fotovoltaiche. Il progetto si chiama "Antarctica" è ha beneficiato del contributo del Principe Alberto II di Monaco alla fine del 2011. Scopo del progetto è dare ai ricercatori uno strumento di mobilità che danneggi l'ambiente e, anche, dimostrare che il propulsore elettrico può funzionare a temperature estreme. Al Polo Sud si raggiungono temperature minime di -89° C. Insomma, un motore a combustione non se la cava con un comune antigelo…

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