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La tua auto consuma più di quanto dichiarato? Colpa del NEDC

Lo scandalo dieselgate ha messo in guardia i consumatori sui consumi “reali” delle autovetture. Attualmente in Europa si utilizza la procedura NEDC, che risulta poco efficiente e restituisce dati fin troppo generosi.
A cura di Pietro Ginechesi
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Auto inquinamento

I consumi delle auto sono una cosa seria. Una scheda tecnica non è completa se non sono presenti i dati relativi al consumo di carburante. Recentemente lo scandalo dieselgate ha messo in luce quanto sia facile per un costruttore falsificare i dati relativi ai consumi, con grave impatto sia per l’ambiente che per il cliente il quale si trova a fronteggiare spese impreviste. Generalmente, quando si legge la scheda tecnica di una vettura, si parla di ciclo misto ma effettivamente cosa è? Il New European Driving Cycle (NEDC) è il ciclo di prova delle autovetture leggere per trasporto passeggeri approvato e definitivo direttamente dalla Comunità Europa. Il ciclo NEDC è parte integrante delle direttive comunitarie in merito alle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico.

Il ciclo misto NEDC

Il cosiddetto “ciclo misto” prevede una misurazione dei consumi attraverso una serie di simulazioni effettuate su banco di prova. Il test completo prevede l’integrazione del ciclo urbano con quello extra-urbano. La prova urbana si basa su 15 fasi che riuniscono eventi quali accelerazione, velocità costante, arresto ecc. per una distanza complessiva di poco più di un 1 Km ed una durata di 195 secondi raggiungendo una velocità massima di 50 Km/h; il tutto viene ripetuto 4 volte. Il rilevamento extra-urbano è strutturato in 13 fasi con velocità massima fissata a 120 Km/h e dura 400 secondi per coprire circa 4 Km. L’intera sessione di test dura 1.180 e propone una distanza totale di 11,023 Km.

Le limitazioni del NEDC

Tabella ciclo misto NEDC
L'andamento del ciclo misto NEDC prevede 4 cicli urbani e uno extra-urbano.

Le misurazioni sono effettuate su un banco di prova a rulli, che simulano la resistenza al rotolamento. Il motore della vettura viene avviato a temperatura ambiente, che nell’area di prova è di circa 22° C. Una zavorra da 75 Kg simula l’ingombro del guidatore. Le limitazioni del NEDC sono numerose, a partire dalla sua struttura invariata dal 1997. I rulli del banco di prova non riescono a simulare la resistenza al rotolamento tra i pneumatici e gli innumerevoli tipi di asfalto che si possono incontrare, una debolezza che limita l’incidenza della massa della vettura sui consumi. La dotazione dell’auto è ridotta al minimo andando dunque ad eliminare o disattivare tutti quegli accessori che creano un assorbimento energetico, a partire da climatizzatore e lunotto termico. Ultima ma non meno importante è lo scarso riscontro con la realtà delle differenti fasi del test: accelerazioni decisamente scarse, frenate leggere e soste troppo lunghe.

Un valido strumento per i clienti

I dati del ciclo misto vanno presi con le pinzette, in quanto rappresentano un’ipotetica modalità di utilizzo poco realistica. Una stanza dello spirito e del tempo dove anche una Porsche Cayenne Turbo restituirebbe dati nettamente inferiori al consumo reale della mia Fiat Punto 1.2 benzina. I costruttori si attengono alle valutazioni NEDC, in quanto assicurano cifre, seppur decisamente generose, certificate ed ampiamente utilizzabili per qualsiasi campagna pubblicitaria. I dati NEDC, per quanto al di fuori della realtà, restano pur sempre uniformati a tutte le vetture e forniscono un valido strumento di confronto che può aiutare nella scelta dell’auto ideale.

Le elettriche e la procedura WLTP

Le pesanti limitazioni del ciclo NEDC hanno trovato la loro massima espressione con l’introduzione sul mercato delle vetture a zero emissioni. Le auto elettriche si dimostrano particolarmente efficaci durante i test e i valori finali risultano a dir poco spropositati. Auto attuali come la Renault Zoe sono la dimostrazione dell’inefficacia del NEDC: l’autonomia certificata della vettura è di 400 Km ma nell’utilizzo reale è inferiore ai 300 Km. Attualmente è in fase di sviluppo un nuovo ciclo di prova, Il WLTP (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures) che si dimostra essere più efficace e realistico del NEDC. Nel WLTP la vettura percorre circa 23 Km in 30 minuti mentre la velocità massima è di 131 Km/h. Questa nuova procedura sarà utilizzata in Europa a partire dal 2017 ma solo nel 2021 sostituirà effettivamente il NEDC. La scelta del 2021 non è affatto casuale: molti costruttori hanno fissato il 2020 come limite massimo per l’elettrificazione della gamma, primo fra tutti Volkswagen. Il passaggio dai motori a combustione a quelli elettrici sarà un passaggio graduale dettato prima di tutto dai prezzi ed in seguito dai vantaggi ambientali. Il futuro dei motori termici sarà affidato al test RDE (Real Driving Emission) attraverso il quale vengono misurate le emissioni di NOx tramite test di laboratorio combinate a prove su strada. I test drive prevedono accelerazioni e frenate casuali, per evitare l’intervento di qualsiasi forma di software “cheat” come quello utilizzato su TDI EA189. L’intero processo di passaggio ai motori elettrici seguirà dunque i tempi dettati dai costruttori stessi.

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