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Le auto che non vuole più nessuno

Decine di migliaia di auto non vendute invadono immensi parcheggi e aeroporti di mezzo mondo, ferme a prendere il sole.
A cura di Valeria Aiello
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Ce ne sono tonnellate. È incredibile. Proprio come le immagini di Google Earth individuate da Increbilia che scova angoli della terra di cui riusciamo addirittura a rimuoverne il ricordo. Aree dimenticate dove il paesaggio si tinge di carbonio e allo zoom rivela l’oscena realtà. La prova tangibile che il disastro economico è in corso. Un percorso a spasso per il pianeta alla scoperta di posti da incubo che riaccendono un tema su cui anche Marchionne aveva messo bocca spiegando in termini di sovrapproduzione una situazione che ha piuttosto del pauroso.

I più diffidenti parlano ancora di parcheggi in prossimità di scali marittimi ma ormai è un’analisi confermata da più fonti, anche quella del ci credo solo se vedo, e che mette letteralmente in pista migliaia di auto invendute a prendere il sole. Proprio come avviene su alcune piste di atterraggio del Regno Unito. E poi piazzali, parcheggi, aeroporti e ogni dove pieno zeppo di auto. Veicoli che anche la GM avrebbe ammassato in questi anni, raggiungendo le 800mila unità. La chiamano sovrapproduzione. Messa un’etichetta al problema, si parte con il formulare filosofie da riversare alla Commissione europea. Una svolta. Niente affatto. La vera inversione di tendenza sarà comprendere che dal loop che ci ha fatto preferire il nuovo al nuovo per tanti anni si può uscire, magari esercitando un’azione determinante su chi decide di sovrastimare i trend produttivi rispetto alla domanda reale.

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via Google Earth Sheerness, Regno Unito. Sulla costa orientale del Tamigi, sulla sinistra della A249, alcune delle migliaia di auto non vendute.

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