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Lorenzo raddoppia: dopo Biaggi, anche Stoner come ‘coach’ in Ducati

Il maiorchino non smentisce le indiscrezioni sulla nuova figura: “Non ho smesso di pensarci, non è qualcosa di fondamentale ma a volte può essere d’aiuto”. Il mondiale 2016? “Per ora Marquez è favorito. Ci sta mettendo molto del suo su una Honda non è competitiva come quella del 2014”.
A cura di Valeria Aiello
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Jorge Lorenzo / Getty
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La pianificazione dell’approdo di Jorge Lorenzo in Ducati procede senza sosta. Mentre il maiorchino affronta la sfida per confermarsi campione del mondo in carica – impresa che nei due mondiali successivi ai titoli del 2010 e 2012 in MotoGp non gli è ancora riuscita – la programmazione di quella che sarà la prima delle due prossime stagioni in Ducati va avanti spedita, dopo la conferma che dal team Yamaha sarà solo Juan Llansà, il suo meccanico di fiducia, a seguirlo nella squadra di Borgo Panigale. A sostituire i suoi uomini, compreso Ramon Forcada, suo fidato capotecnico che ha giurato fedeltà alla factory di Iwata, saranno ingegneri e tecnici che già conoscono le caratteristiche della Desmosedici. Ma nell’ultimo Gp d’Olanda, ad Assen, dopo il vociferato nome dell’ex pilota ed amico Max Biaggi come coach, a ricoprire il ruolo svolto da Wilko Zeelemberg nel team del maiorchino e, da questa stagione, da Luca Cadalora in quello di Valentino Rossi, un’altra ingombrante figura, tanto che più fonti dalla Spagna sostengono che sia destinata a rimpiazzare il tecnico olandese nella nuova squadra di Lorenzo: Casey Stoner.

Stoner come coach? Lorenzo non smentisce

Lorenzo non ha smentito le voci sul ruolo di Stoner all’interno del suo team in Ducati. Il rapporto tra i due è molto buono, consolidato negli anni in cui sia l’australiano che il maiorchino erano diretti rivale del ‘dottore’ in MotoGp e proseguito dopo che Casey ha deciso di lasciare le corse, uscendone rafforzato dalla decisione di entrambi di vestire i colori della squadra bolognese. Dell’ex iridato della Ducati, Lorenzo ha sempre detto che è un pilota che ha un gran talento naturale, non lesinando parole di stima nei suoi confronti. Intervenuto ieri a Madrid, presso la sede di Telefonica, insieme ad altri grandi dello sport, per sostenere il programma Podium a favore gli atleti spagnoli impegnati a Rio 2016, Lorenzo non ha sconfessato le indiscrezioni sulla nuova figura in Ducati, parlando di Biaggi come una “possibilità” e lasciandosi scappare un sorriso quando gli è stato chiesto di Stoner.

Non ho smesso di pensarci – ha detto Lorenzo a Marca – Non credo che sia un qualcosa di fondamentale, ma a volte può essere di aiuto.

Non lo so, ero già tra i primi ad avere un figura tale con Debon e poi Zeelenberg – ha aggiunto – e ora saranno altri a beneficiare di questo ruolo. Che lo abbia o meno, è uguale, vedremo”.

Mondiale 2016, Marquez favorito

Quanto al mondiale 2016 e gli ultimi due Gp al Montmelò e ad Assen, Lorenzo ha parlato delle difficoltà. In Spagna era caduto, speronato dalla Ducati di Andrea Iannone, mentre in Olanda, definita la “peggior gara in MotoGp in tanti anni”, a complicare la corsa diversi fattori, in termini di velocità e competitività, “n disastro, sia sul bagnato, sia sull'asciutto”. Da inizio stagione, Lorenzo ha conto due vittorie, Le Mans e Mugello, due piazze d’onore, ad Austin e a Jerez, e due zero, in Argentina e a Barcellona, che si traducono in un ritardo di 24 punti dalla vetta della classifica occupata dal rivale e leader del mondiale Marc Marquez. Dopo otto round disputati, lo spagnolo della Honda non è mai sceso dal podio, ad eccezione Gp di Francia, dove malgrado la caduta, ha comunque tagliando il traguardo, agguantando 3 punti con la 13° posizione. Sarà il mondiale di chi farà meno errori?

Non ho una sfera di cristallo e non so cosa succederà – ha risposto contrariato – so solo che Marquez in questo momento è favorito con 24 punti di vantaggio. Se nel 2014 la Honda era più competitiva, ora è lui che ci sta mettendo molto del suo”.

Se non farò più altri zero o brutte gare, posso lottare per il titolo fino alla fine. Il titolo sarà per chi commette meno errori senza scendere dal podio”.

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