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Lucchinelli e Roberts Jr nella Hall of Fame: salgono a 26 le leggende della MotoGP

Gli ex iridati del 1981 e del 2000 affiancheranno gli altri grandi già insigniti della massima onorificenza del Motomondiale. I riconoscimenti saranno assegnati rispettivamente al Mugello e ad Austin, in occasione del Gp d’Italia e del Gp delle Americhe.
A cura di Valeria Aiello
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Marco Lucchinelli (sx) e Kenny Roberts Jr (dx)
Marco Lucchinelli (sx) e Kenny Roberts Jr (dx)

Nel 2017 la Hall of Fame della MotoGP si arricchirà di due nuove leggende: Marco Lucchinelli e Kenny Roberts Jr verranno insigniti della massima onorificenza rispettivamente al Mugello e ad Austin, in occasione del GP d’Italia e del GP delle Americhe, e andranno ad affiancare gli altri 24 grandi della Hall of Fame. L’ultimo in ordine cronologico ad essere onorato per la sua carriera è stato Franco Uncini, ultimo italiano a laurearsi campione del mondo della MotoGP fino al primo titolo di Valentino Rossi, entrato nella Hall of Fame in occasione del weekend del Gp di San Marino e della Riviera di Rimini del 2016, dopo Alex Criville, Nicky Hayden, Marco Simoncelli, Casey Stoner, Carlo Ubbiali, John Surtees, Freddie Spencer, Barry Sheene, Kevin Schwantz, Jarno Saarinen, Kenny Roberts, Jim Redman, Phil Read, Wayne Rainey, Angel Nieto, Anton Mang, Eddie Lawson, Daijiro Kato, Mike Hailwood, Wayne Gardner, Geoff Duke, Mick Doohan e Giacomo Agostini.

Nominare una nuova MotoGP Legends è sempre importante – ha commentato Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna Sports – Kenny Roberts Jr e Marco Lucchinelli sono entrambi grandi campioni e meritano il loro posto nella prestigiosa Hall of Fame. Non vedo l’ora che questi due riconoscimenti siano assegnati.

Marco Lucchinelli (Ceparana, 26 giugno 1954), iridato nel 1981 in classe 500 con la Suzuki, esordì nel mondiale 1975, in classe 350, su Yamaha, per poi debuttare in classe 500 nel 1976 con la Suzuki e cogliere il i primi podi in carriera già in quella stagione, chiusa con i quarto posto nel mondiale. La prima vittoria arrivava quattro anni più tardi, nel 1980, al Gp di Germania al Nurburgring, decimo e ultimo Gp di quella stagione, preludio dell’anno d’oro per “cavallo pazzo”, come era soprannominato per il suo stile di guida. Nel 1981 Lucchinelli vinse 5 GP (Francia, Olanda, Belgio, San Marino e Finlandia) e altri due podi (terzo in Germania e secondo in Jugoslavia) grazie anche ai quali si laureò campione del mondo con 105 punti complessivi. Passato alla Honda, nel 1982, poi alla Cagiva, nel 1984, non riuscì a ripetersi nell’impresa. A frenare la sua carriera non solo le moto all’epoca meno competitive della Suzuki ma anche l’incidente al Gp d’Austria del 1982, mentre stava lottando per la vittoria contro Franco Uncini: Lucchinelli ne uscì quasi illeso, riportando la frattura dello scafoide della mano e contusioni al piede, ma il rischio di investire e uccidere alcuni spettatori e la paura provata cambiarono il suo approccio alle gare. Tra le diverse curiosità, la sua esibizione al Festival di Sanremo del 1982, primo motociclista sul palco dell’Ariston e anche il primo a sperimentare le cosiddette saponette “a istrice” per gli aculei in gomma sulle ginocchia della tuta.

Kenny Roberts Jr (Mountain View, 25 luglio 1973), figlio del grande Kenny, esordì nel mondiale nel 1993, in classe 250cc, come wild card al Gp degli Stati Uniti. Il salto di categoria arrivò nel 1996 ma una prima stagione altalenante non gli permise di fare meglio del 13° posto in classifica piloti. Le prime soddisfazioni arrivarono con il passaggio in Suzuki, nel 1999, con cui colse la sua prima vittoria in carriera e nel 2000 si laureò campione del mondo con 4 vittorie (Malesia, Spagna, Catalunya e Gp del Pacifico), 5 podi e 248 punti, diventando il primo pilota figlio d’arte a laurearsi campione del mondo con il padre ex iridato ancora in vita. In 185 Gp disputati, Roberts Jr ha colto 8 vittorie, chiudendo 22 volte sul podio e centrando 10 pole position. Sotto le attese le stagioni successive, ultima quella del 2007, dopo il passaggio nel team KR del padre dove venne sostituto a metà stagione dal fratello Kurtis.

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